Corriere della Sera (Milano)

In trecento al corteo degli ambientali­sti E Sala attacca i Verdi

In 300 dal Politecnic­o a Palazzo Marino. Sala: irrilevant­i, si scusino. La replica: sapete solo costruire

- di Stefano Landi e Andrea Senesi (Fotogramma)

Un corteo di 300 persone da Città Studi a palazzo Marino per protestare contro lo «scempio» del Parco Bassini, il taglio di una trentina di alberi per far posto a nuove aule del Politecnic­o. Durissimo però il sindaco Beppe Sala: «Sono i Verdi a doversi scusarsi con gli italiani perché sono riusciti a raccoglier­e il 2 per cento a malapena del consenso».

In testa ci sono i rami tagliati e quattro gigantogra­fie del parco Bassini prima e dopo il passaggio del barbiere. Contro il taglio degli alberi voluto dal Politecnic­o per far posto a un nuovo edificio del dipartimen­to di Chimica, sfilano circa 300 persone. Un corteo che parte dall’«ex suolo vergine», come lo definiscon­o i manifestan­ti, «un terreno mai edificato nella storia di Milano venduto alle logiche dell’edilizia». Qualcuno si perde lungo il percorso, altri si fanno trovare al traguardo, sotto Palazzo Marino, come comitato d’accoglienz­a. Forse sono pochi, ma sicurament­e valorosi, visto il clima e la distanza più simile a una mezza

 Monguzzi In marcia la sinistra più estrema però sono mancati i cittadini

maratona che a un corteo. Ci sono i comitati impegnati per difendere le aree verdi in via Ciclamini come in piazzale Baiamonti, gli attivisti a 5 Stelle e i Verdi, tutti belli imbacuccat­i. Una signora ha rispolvera­to il bandierone del Pci e dà tutto il senso della bilancia politica della piazza: «È venuta la sinistra più estrema, ci sarebbero voluti più cittadini», ammette Carlo Monguzzi, presidente della Commission­e Ambiente.

C’è qualche professore del Politecnic­o: colpisce invece la freddezza dei suoi studenti, che sostanzial­mente disertano la protesta. «Non contestiam­o l’idea di allargare l’ateneo, ma andava fatto recuperand­o aree dismesse. In zona ci sono interi palazzi che sono lì che aspettano», spiega Pietro Forconi del Comitato Bassini.

Ad abbassare l’età media del corteo ci pensano allora i ragazzi di Fridays for Future. Sventoland­o i cartelli con i volti del rettore Ferruccio Resta e di quelli che definiscon­o i suoi «complici», il sindaco Beppe Sala e l’assessore Pierfrance­sco Maran. «Una giunta che pubblicizz­a la sua anima verde, ma presta il fianco ogni volta che c’è da costruire un palazzo», attacca l’attivista Sergio Marchese.

Ora che gli alberi sono giù, la sfida sui principi e sul futuro si sposta in Consiglio comunale. Dove ieri il sindaco ha usato toni duri e per nulla conciliant­i contro chi grida allo scandalo e alla vergogna per l’abbattimen­to degli alberi del Politecnic­o: «Ho sentito accuse e richieste di mie scuse da parte dei rappresent­anti dei Verdi: penso che siano lo

 Fridays La giunta pubblicizz­a la sua anima green ma non ci crede

ro a doversi scusarsi con gli italiani perché sono riusciti a raccoglier­e il 2 per cento a malapena del consenso, mentre in altri Paesi d’Europa sono arrivati anche al 15%. Un ambientali­smo che è solo del no e della rigidità porta a queste cose, questo è il mio pensiero corroborat­o da una realtà», attacca Sala. Che replica di fatto alla portavoce nazionale dei Verdi, che qualche giorno fa lo aveva accusato di non rispondere coi fatti al suo impegno dichiarato sull’ambiente. «Confermo che sia il Comune a doversi scusare: non diventerem­o una città più ricca e benestante se continuiam­o a costruire», la contro-replica di Elena Grandi.

Intorno alle sette di sera il corteo finisce sotto le finestre di Palazzo Marino. Scendono (tra i fischi) gli assessori Maran e Limonta e incontrano una delegazion­e dei manifestan­ti. Non si danno appuntamen­ti a breve. I leader di questo nuovo fronte green però non vogliono contentini. Né bastano le promesse di traslocare gli alberi sopravviss­uti o la politica delle nuove piantumazi­oni. «Per ogni annuncio di compensazi­one verde sarà sempre troppo tardi», dicono. Appendono lo «scempio» (i rami potati) al portone. Si spengono le fiaccole, ma non le polemiche.

 ??  ?? Il flash mob Gli ambientali­sti hanno manifestat­o e lasciato rami tagliati e cartelli sul cancello di Palazzo Marino
Il flash mob Gli ambientali­sti hanno manifestat­o e lasciato rami tagliati e cartelli sul cancello di Palazzo Marino
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Circa trecento persone ieri al corteo ambientali­sta partito da Città Studi e arrivato a Palazzo Marino
I cartelli Circa trecento persone ieri al corteo ambientali­sta partito da Città Studi e arrivato a Palazzo Marino
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