I dubbi sul killer: lucida volontà criminale
Il massacro in cascina e la festa al Just Cavalli «I soldi rubati spesi in droga e ragazze»
La banalità del male emerge in tutta la sua crudezza dalle indagini sull’omicidio di Carla Quattri Bossi, uccisa brutalmente a 90 anni sabato sera nella cascina-agriturismo Podere Ronchetto per 200 euro, qualche gioiello e un blocchetto di biglietti dell’Atm. «Ho preso i soldi, sono scappato e mi sono recato in un locale» dove «li ho spesi con le ragazze», ha dichiarato Damyan Dobrev Borisov, il 21enne di origini bulgare sospettato dell’omicidio, che l’anziana aveva in affido da quando era ragazzo.
Borisov «denota una lucida volontà criminale ed una personalità subdola, priva di freni inibitori, violenta e spregiudicata», scrive il gip Alessandra Cecchelli nell’ordinanza con la quale, come chiesto dal pm Gianluca Prisco, ha convalidato il fermo del giovane ed ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che contiene le dichiarazioni dell’indagato. «Le ho detto “Ciao nonna, mi presti 10 o 15 euro”, lei non mi ha risposto ed io a quel punto ho perso il controllo e l’ho spinta», ha dichiarato, aggiungendo di essere poi andato a spendere i soldi nella discoteca Just Cavalli di Milano. Non l’aveva solo spinta. Il giudice, infatti, non crede che sia morta per aver battuto accidentalmente la testa sul pavimento. Secondo gli investigatori, infatti, è stata massacrata colpita numerose volte alla testa con un barattolo. Nell’ordinanza
di convalida, il giudice ricorda come Carla Quattri Bossi «da tempo» avesse «offerto» una «sincera e generosa ospitalità» al giovane, che l’ha ricambiata legandola, imbavagliandola, uccidendola «brutalmente» e poi tentando «di occultare il cadavere nella