Corriere della Sera (Milano)

VIALE FULVIO TESTI, IL SOTTOPASSO È DIVENTATO UN «NON-LUOGO»

- Lotteria Italia Paola Franceschi­ni Dario Strappa Massimo Pezzali Sindacato Medici Ospedalier­i

Sono una signora di una certa età. Tutti gli anni compro un biglietto della lotteria Italia. Sul corriere della sera non si parla di biglietti di consolazio­ne. Una persona senza computer (le informazio­ni sui tagliandi vincenti si trovano online, ndr) cosa deve fare? Poi non stupiamoci del calo delle vendite dei biglietti.

Asfalto danneggiat­o

Mi muovo in città usando spesso le due ruote e vivo quotidiana­mente i rischi dell’asfalto rovinato, specie quando si combina alle rotaie del tram. Faccio un’osservazio­ne: chi posò le rotaie nel secolo scorso, saggiament­e lo fece incastrand­ole tra lastroni di pietra, indifferen­ti a sbalzi termici, piogge o neve.

Vuoi per la scarsa cura (le lastre ogni tanto vanno livellate, altrimenti diventano come in Corso Genova dove sembra di fare gli scalini anche se si è in orizzontal­e), vuoi per risparmiar­e (anche, sinceramen­te, se non credo), in molte vie della città si sono levate le pietre e si è passati all’asfal

Caro Schiavi, quando parliamo di periferie, non possiamo non considerar­e quella vasta area ad est della città che si trova oltre la massicciat­a ferroviari­a, collegata al contesto cittadino da sottopassi troppo spesso trascurati, concepiti più a misura di macchine che di persone, sovente inagibili nei giorni di pioggia ed evitati durante le ore notturne per una bassa illuminazi­one e scarsi controlli (mancanza di telecamere). Il sottopasso che da viale Forlanini porta in viale Corsica, queste caratteris­tiche negative le ha tutte. Non dovrebbe essere così, visto che solo attraverso quel tunnel gli abitanti del quartiere Forlanini raggiungon­o il passante ferroviari­o, arrivano alle scuole di viale Corsica, accedono a piedi al resto della città. Stesso disagio per chi, dal passante, nell’area periferica ci deve venire a lavorare. Eppure, da anni, quel passaggio, non è stato minimament­e riportato a misura d’uomo, nonostante segnalazio­ni, proteste e pur facendo parte del percorso della M4 non è stato oggetto di riqualific­azione.

Quando sullo strettissi­mo marciapied­e, in ambo i sensi, si incrociano due carrozzine, una è costretta ad indietregg­iare sino all’ingresso del sottopasso. Se piove, nessuno dei tombini stradali è sufficient­e a smaltire l’acqua. Smog e scarsa illuminazi­one fanno il resto. to, cui bastano poche forti piogge per rovinarsi e creare buche pericolosi­ssime a fianco alle rotaie.

Nella gran parte delle città europee, dove passa il tram, il fondo è costituito da lastroni di cemento o mattonelle autoblocca­nti (Amsterdam, Praga, Vienna), in modo che biciclette e automobili non abbiano problemi (e risparmian­do

Gli interventi per rendere agevole il passaggio non sono né complicati né costosi, basta aver consideraz­ione per i pedoni, vorrei dire per i cittadini, al pari di quanto lo si è avuto per le macchine. È solo una questione di civica volontà. Un agevole collegamen­to tra tutto il contesto urbano non è solo un dovere dell’Amministra­zione, ma anche uno dei modi per combattere l’isolamento delle periferie, prevenirne il degrado, aumentare la sicurezza, favorire chi vuole muoversi a piedi. Milano deve (e sta) pensando in grande e così facendo conquista l’attenzione del mondo; basta molto meno per conquistar­e quella dei milanesi.

Caro Pezzali, i sottopassi cittadini, tranne qualche eccezione, sarebbero da ammodernar­e. Le amministra­zioni, tutte, hanno sempre rimosso il problema consideran­doli non-luoghi, praticamen­te qualcosa di estraneo alla città, extraterri­toriali. Infatti, basta passare in viale Lunigiana o via Porpora per rendersene conto. Viale Forlanini però è diverso, i residenti utilizzano il sottopasso, l’amministra­zione comunale non può far finta di niente. Le periferie nascono anche da queste dimentican­ze. moltissimo sulla manutenzio­ne).

Nella Milano che vorrebbe essere allo stesso livello delle capitali europee, si potrebbe cominciare a mettere mano a questo aspetto della mobilità, che incentiver­ebbe moltissimo anche l’uso delle bici (magari partendo proprio da Corso Genova...).

Disincenti­vo alle bici

Condanne e risarcimen­ti

Cto-Pini

In riferiment­o all’articolo pubblicato il 9 dicembre e intitolato «Forniture inutili, condanne Cto: risarcito il Pini», si precisa che non c’è stata «condanna Cto» per forniture inutili di protesi ortopedich­e e nessun risarcimen­to dal Cto al Pini. I medici ivi indicati e condannati penalmente per l’inchiesta delle forniture ortopedich­e non sono dipendenti del Centro Traumatolo­gico Ortopedico Cto e non hanno operato per quei fatti in tale veste. Nessun medico del Cto è stato quindi condannato a risarcire l’Istituto Ortopedico Gaetano Pini.

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