VIALE FULVIO TESTI, IL SOTTOPASSO È DIVENTATO UN «NON-LUOGO»
Sono una signora di una certa età. Tutti gli anni compro un biglietto della lotteria Italia. Sul corriere della sera non si parla di biglietti di consolazione. Una persona senza computer (le informazioni sui tagliandi vincenti si trovano online, ndr) cosa deve fare? Poi non stupiamoci del calo delle vendite dei biglietti.
Asfalto danneggiato
Mi muovo in città usando spesso le due ruote e vivo quotidianamente i rischi dell’asfalto rovinato, specie quando si combina alle rotaie del tram. Faccio un’osservazione: chi posò le rotaie nel secolo scorso, saggiamente lo fece incastrandole tra lastroni di pietra, indifferenti a sbalzi termici, piogge o neve.
Vuoi per la scarsa cura (le lastre ogni tanto vanno livellate, altrimenti diventano come in Corso Genova dove sembra di fare gli scalini anche se si è in orizzontale), vuoi per risparmiare (anche, sinceramente, se non credo), in molte vie della città si sono levate le pietre e si è passati all’asfal
Caro Schiavi, quando parliamo di periferie, non possiamo non considerare quella vasta area ad est della città che si trova oltre la massicciata ferroviaria, collegata al contesto cittadino da sottopassi troppo spesso trascurati, concepiti più a misura di macchine che di persone, sovente inagibili nei giorni di pioggia ed evitati durante le ore notturne per una bassa illuminazione e scarsi controlli (mancanza di telecamere). Il sottopasso che da viale Forlanini porta in viale Corsica, queste caratteristiche negative le ha tutte. Non dovrebbe essere così, visto che solo attraverso quel tunnel gli abitanti del quartiere Forlanini raggiungono il passante ferroviario, arrivano alle scuole di viale Corsica, accedono a piedi al resto della città. Stesso disagio per chi, dal passante, nell’area periferica ci deve venire a lavorare. Eppure, da anni, quel passaggio, non è stato minimamente riportato a misura d’uomo, nonostante segnalazioni, proteste e pur facendo parte del percorso della M4 non è stato oggetto di riqualificazione.
Quando sullo strettissimo marciapiede, in ambo i sensi, si incrociano due carrozzine, una è costretta ad indietreggiare sino all’ingresso del sottopasso. Se piove, nessuno dei tombini stradali è sufficiente a smaltire l’acqua. Smog e scarsa illuminazione fanno il resto. to, cui bastano poche forti piogge per rovinarsi e creare buche pericolosissime a fianco alle rotaie.
Nella gran parte delle città europee, dove passa il tram, il fondo è costituito da lastroni di cemento o mattonelle autobloccanti (Amsterdam, Praga, Vienna), in modo che biciclette e automobili non abbiano problemi (e risparmiando
Gli interventi per rendere agevole il passaggio non sono né complicati né costosi, basta aver considerazione per i pedoni, vorrei dire per i cittadini, al pari di quanto lo si è avuto per le macchine. È solo una questione di civica volontà. Un agevole collegamento tra tutto il contesto urbano non è solo un dovere dell’Amministrazione, ma anche uno dei modi per combattere l’isolamento delle periferie, prevenirne il degrado, aumentare la sicurezza, favorire chi vuole muoversi a piedi. Milano deve (e sta) pensando in grande e così facendo conquista l’attenzione del mondo; basta molto meno per conquistare quella dei milanesi.
Caro Pezzali, i sottopassi cittadini, tranne qualche eccezione, sarebbero da ammodernare. Le amministrazioni, tutte, hanno sempre rimosso il problema considerandoli non-luoghi, praticamente qualcosa di estraneo alla città, extraterritoriali. Infatti, basta passare in viale Lunigiana o via Porpora per rendersene conto. Viale Forlanini però è diverso, i residenti utilizzano il sottopasso, l’amministrazione comunale non può far finta di niente. Le periferie nascono anche da queste dimenticanze. moltissimo sulla manutenzione).
Nella Milano che vorrebbe essere allo stesso livello delle capitali europee, si potrebbe cominciare a mettere mano a questo aspetto della mobilità, che incentiverebbe moltissimo anche l’uso delle bici (magari partendo proprio da Corso Genova...).
Disincentivo alle bici
Condanne e risarcimenti
Cto-Pini
In riferimento all’articolo pubblicato il 9 dicembre e intitolato «Forniture inutili, condanne Cto: risarcito il Pini», si precisa che non c’è stata «condanna Cto» per forniture inutili di protesi ortopediche e nessun risarcimento dal Cto al Pini. I medici ivi indicati e condannati penalmente per l’inchiesta delle forniture ortopediche non sono dipendenti del Centro Traumatologico Ortopedico Cto e non hanno operato per quei fatti in tale veste. Nessun medico del Cto è stato quindi condannato a risarcire l’Istituto Ortopedico Gaetano Pini.