Gara di solidarietà per sostenere il disabile blogger
L’Angelo Invisibile, Lapo e semplici cittadini pronti a pagare il bus speciale
«Sono davvero felice che così tante persone si siano interessate alla nostra storia e ci abbiano contattato». A parlare è Alessandro Cappato, il papà di Marcos, il blogger affetto da tetraparesi spastica che ha ricevuto lo scorso maggio l’attestato di Alfiere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella.
Come ha raccontato ieri il
Corriere, Marcos è un ragazzo di 18 anni e da gennaio non può più frequentare il liceo di Scienze umane «Gian Battista Vico», a Corsico. Questo perché la sua famiglia non può permettersi di pagare una parte della spesa per la navetta speciale, come è previsto dalla nuova delibera (2018) del Comune di Milano (Marcos vive in via Gonin). Ma, dal momento in cui la sua storia è stata resa nota, si è creata una rete di benefattori, provenienti da tutta Italia, che si sono offerti di aiutare il ragazzo e la sua famiglia a pagare il bus. Sono maestre, nonni, dirigenti, manager, cittadini comuni. Attivato il tam-tam la storia gira, arriva a Roberto, «l’Angelo Invisibile» di Milano, con la sua Fondazione Condividere. Fino a raggiungere anche Lapo Elkann, che con un messaggio su Twitter chiede aiuto per mettersi in contatto con la famiglia. L’obiettivo di tutti è far tornare Marcos a scuola il prima possibile, forse addirittura all’inizio della prossima settimana, per permettere al ragazzo di terminare gli studi che ha scelto con tanta passione.
«Per noi questa dimostrazione di solidarietà è molto importante — continua Alessandro, emozionato —. Spero di vedere una reazione anche da parte del Comune». Infatti, come dice Marcos, «io sono uno ma nella mia condizione sono in tanti». Ma, per ora, Palazzo Marino non ha commentato la vicenda. Il Comune ha sottolineato che nel 2019 la famiglia Cappato è rientrata nella graduatoria divisa per fasce Isee che garantisce il diritto a essere rimborsati di una parte della spesa. Ma anche qualora la famiglia venga inserita anche quest’anno nella graduatoria e abbia così diritto al rimborso parziale, la cifra restante sarebbe ugualmente insostenibile per i Cappato (si parla di circa 21 euro al giorno) Ed è per questo che la rete di benefattori, che chiedono di restare anonimi, si è attivata.
Le chiamate arrivano anche da Roma, come quella di Giancarlo. «Non si può restare indifferenti. Ma sarebbe bello che le istituzioni riuscissero a prendersi cura di tutti». Mauro invece abita a Sud di Milano, come i Cappato, e i suoi figli hanno frequentato lo stesso liceo di Marcos. «Mi piacerebbe aiutarlo a completare gli studi». Fabrizio e sua moglie sono abituati a quotidiani gesti di solidarietà, in parrocchia e nel quartiere. «In queste situazioni penso si possa fare qualcosa di davvero importante per qualcuno con un piccolo sforzo». Come fa anche Mariagrazia, dirigente d’azienda e madre di due adolescenti. «Chi ha di più deve aiutare di più. Bisogna sempre restituire un po’ di quella fortuna che ci è capitata».
Emerge così il profilo di una cittadinanza solidale e discreta, che si attiva per arrivare dove il pubblico non riesce. Ed è anche questa la forza di Milano: una città che sa stringersi intorno a chi ha bisogno, silenziosamente.