PASSARE COL SEMAFORO ROSSO È UN’INCIVILTÀ (POCO GLAMOUR)
Scrivo a nome di alcune persone, purtroppo disabili o molto anziane, che trovandosi in zona Tribunale di Milano e avendo purtroppo la necessità di andare in bagno si sono trovate in grandissima difficoltà in quanto, dopo aver effettuato una consumazione ad un bar in zona, recatisi in bagno si sono trovati di fronte non una tazza del tipo che tutti abitualmente utilizziamo bensì una alla turca che richiede a una donna di doversi abbassare senza sapere più come fare per tirarsi di nuovo su, a causa della disabilità. Mi si dice anche che tale situazione riguarda vari bar di quella zona, anche molto eleganti. La richiesta è: fare qualcosa.
Cani e padroni
Mi viene voglia di scrivere dei bollettini: il primo è quello del comportamento incivile dei possessori di cani che persistono a non dotarsi né di bottiglia d’acqua né del necessario per ripulire il marciapiede dagli escrementi sempre in aumento. Quando piove, è festa grande per questi (gen
Caro Schiavi, uno degli sport che va per la maggiore nella Milano di oggi, ancorché per ora elitario, è quello di passare (auto, taxi, furgoni e anche mezzi pubblici) con il semaforo rosso. Diciamo che è praticato dal 15-20 per cento dei guidatori. Più diffuso e più popolare è il passare con il semaforo giallo: circa il 60-70 per cento della popolazione. Una vocazione generalizzata è quella di attivare il lampeggiatore di direzione (mettere fuori la freccia) quando stanno già svoltando a destra o a sinistra. Pare che il concetto di attivarlo cento metri prima di svoltare appartenga alla geometria euclidea quindi troppo difficile per il guidatore medio.
C’è poi lo sport del rallentamento improvviso, perché il guidatore è fulminato da una chiamata sullo smartphone e quindi si mette tranquillamente a messaggiare, a chattare e quant’altro previsto dal decalogo del buon utente del telefonino.
Il parcheggio in seconda fila, attivati i lampeggiatori, è ormai codificata da una diffusa istanza popolare che, quanto prima, sarà recepita anche dal codice della strada: solo italiano s’intende. Ma queste presunte intemperanze sono un piccolo danno collaterale del grande attivismo milanese ormai celebrato sui libri di testo dell’intero orbe terraqueo. I milanesi, con la loro til-donne/uomini) in quanto colonizzano i marciapiedi e li lasciano sporcare certi dell’impunità garantita loro dalla gestione sinistrorsa della città. Naturalmente, in centro città tutto funziona meglio.
Bollettino delle buche : in aumento. Bollettino del degrado : in aumento. Bollettino dell’incuria: in aumento.
Solari-Tortona frenesia «violatoria» si ergono orgogliosamente al di sopra della triste palude del rispetto delle regole nella quale possono giacere i cittadini delle altre città italiane meno fortunate, meno glamour, meno tutto. Educazione civica e buon senso abitano altrove...
Caro Gerli, dal suo osservatorio (sempre più severo ultimamente) arriva la conferma di un pericolo che incombe su Milano: l’autocompiacimento. Che poi è il complesso di chi si sente migliore e tende a sottovalutare i piccoli gesti che fanno la differenza rendendo la città più o meno vivibile. Diciamo pure che le cattive abitudini (passare con il rosso, parcheggiare in doppia fila, guidare con il telefonino) dipendono da noi e non da chi ci governa, ma se il Comune non spinge i vigili in strada in qualche modo è complice dello scivolamento. Io sono meno pessimista sul senso civico milanese (resiste, dai) ma da un po’ di tempo (alberi abbattuti, stadio da demolire, taglio di fondi per disabilità e scuole civiche, peana esagerati ai re dell’immobiliare) ho dei dubbi: e se pensassimo, con meno glamour, anche a buche e tombini?
Bar con brutta sorpresa
Bollettino dell’incuria
Mancano i servizi nella Milano che cambia.
Solari-Tortona da quartiere operaio è diventato quartiere museale con il Mudec e l’Armani Silos. Diverse esposizioni e i tratti storico artistici dei caseggiati, fanno da attrattori per turisti e visitatori. Tutto questo sviluppo turistico/ culturale ha portato in quartiere un piccolo disservizio: i pullman dei visitatori. Può sembrare strano, ma a oggi, tutti i pullman che arrivano non hanno un luogo dove sostare anche solo per far scendere e salire i passeggeri senza creare ingorghi e soprattutto, non essendoci un’area apposita per la sosta degli stessi, parcheggiano alla bene meglio dove capita.
Eppure a poca distanza si trova l’area della ricicleria di piazza delle Milizie, che a breve sarà spostata al quartiere Tre Castelli, come l’area della ferrovia confinante con via Pesto che a breve sarà dismessa (dismissione Scalo Porta Genova), ma ne il Municipio 6 ne il Comune di Milano han
Il sottopasso
Troppi bus turistici
Caso in viale Forlanini
Per un errore, nella rubrica «Noi cittadini» pubblicata sul giornale di ieri, il titolo della lettera dedicata al «sottopasso diventato non luogo» citava viale Fulvio Testi al posto di viale Forlanini. Ci scusiamo con i lettori del Corriere.