Corriere della Sera (Milano)

PASSARE COL SEMAFORO ROSSO È UN’INCIVILTÀ (POCO GLAMOUR)

- In zona Tribunale Claudio Scarponi U. B. Alessandro Gerli gschiavi@rcs.it Germano Manco

Scrivo a nome di alcune persone, purtroppo disabili o molto anziane, che trovandosi in zona Tribunale di Milano e avendo purtroppo la necessità di andare in bagno si sono trovate in grandissim­a difficoltà in quanto, dopo aver effettuato una consumazio­ne ad un bar in zona, recatisi in bagno si sono trovati di fronte non una tazza del tipo che tutti abitualmen­te utilizziam­o bensì una alla turca che richiede a una donna di doversi abbassare senza sapere più come fare per tirarsi di nuovo su, a causa della disabilità. Mi si dice anche che tale situazione riguarda vari bar di quella zona, anche molto eleganti. La richiesta è: fare qualcosa.

Cani e padroni

Mi viene voglia di scrivere dei bollettini: il primo è quello del comportame­nto incivile dei possessori di cani che persistono a non dotarsi né di bottiglia d’acqua né del necessario per ripulire il marciapied­e dagli escrementi sempre in aumento. Quando piove, è festa grande per questi (gen

Caro Schiavi, uno degli sport che va per la maggiore nella Milano di oggi, ancorché per ora elitario, è quello di passare (auto, taxi, furgoni e anche mezzi pubblici) con il semaforo rosso. Diciamo che è praticato dal 15-20 per cento dei guidatori. Più diffuso e più popolare è il passare con il semaforo giallo: circa il 60-70 per cento della popolazion­e. Una vocazione generalizz­ata è quella di attivare il lampeggiat­ore di direzione (mettere fuori la freccia) quando stanno già svoltando a destra o a sinistra. Pare che il concetto di attivarlo cento metri prima di svoltare appartenga alla geometria euclidea quindi troppo difficile per il guidatore medio.

C’è poi lo sport del rallentame­nto improvviso, perché il guidatore è fulminato da una chiamata sullo smartphone e quindi si mette tranquilla­mente a messaggiar­e, a chattare e quant’altro previsto dal decalogo del buon utente del telefonino.

Il parcheggio in seconda fila, attivati i lampeggiat­ori, è ormai codificata da una diffusa istanza popolare che, quanto prima, sarà recepita anche dal codice della strada: solo italiano s’intende. Ma queste presunte intemperan­ze sono un piccolo danno collateral­e del grande attivismo milanese ormai celebrato sui libri di testo dell’intero orbe terraqueo. I milanesi, con la loro til-donne/uomini) in quanto colonizzan­o i marciapied­i e li lasciano sporcare certi dell’impunità garantita loro dalla gestione sinistrors­a della città. Naturalmen­te, in centro città tutto funziona meglio.

Bollettino delle buche : in aumento. Bollettino del degrado : in aumento. Bollettino dell’incuria: in aumento.

Solari-Tortona frenesia «violatoria» si ergono orgogliosa­mente al di sopra della triste palude del rispetto delle regole nella quale possono giacere i cittadini delle altre città italiane meno fortunate, meno glamour, meno tutto. Educazione civica e buon senso abitano altrove...

Caro Gerli, dal suo osservator­io (sempre più severo ultimament­e) arriva la conferma di un pericolo che incombe su Milano: l’autocompia­cimento. Che poi è il complesso di chi si sente migliore e tende a sottovalut­are i piccoli gesti che fanno la differenza rendendo la città più o meno vivibile. Diciamo pure che le cattive abitudini (passare con il rosso, parcheggia­re in doppia fila, guidare con il telefonino) dipendono da noi e non da chi ci governa, ma se il Comune non spinge i vigili in strada in qualche modo è complice dello scivolamen­to. Io sono meno pessimista sul senso civico milanese (resiste, dai) ma da un po’ di tempo (alberi abbattuti, stadio da demolire, taglio di fondi per disabilità e scuole civiche, peana esagerati ai re dell’immobiliar­e) ho dei dubbi: e se pensassimo, con meno glamour, anche a buche e tombini?

Bar con brutta sorpresa

Bollettino dell’incuria

Mancano i servizi nella Milano che cambia.

Solari-Tortona da quartiere operaio è diventato quartiere museale con il Mudec e l’Armani Silos. Diverse esposizion­i e i tratti storico artistici dei caseggiati, fanno da attrattori per turisti e visitatori. Tutto questo sviluppo turistico/ culturale ha portato in quartiere un piccolo disservizi­o: i pullman dei visitatori. Può sembrare strano, ma a oggi, tutti i pullman che arrivano non hanno un luogo dove sostare anche solo per far scendere e salire i passeggeri senza creare ingorghi e soprattutt­o, non essendoci un’area apposita per la sosta degli stessi, parcheggia­no alla bene meglio dove capita.

Eppure a poca distanza si trova l’area della ricicleria di piazza delle Milizie, che a breve sarà spostata al quartiere Tre Castelli, come l’area della ferrovia confinante con via Pesto che a breve sarà dismessa (dismission­e Scalo Porta Genova), ma ne il Municipio 6 ne il Comune di Milano han

Il sottopasso

Troppi bus turistici

Caso in viale Forlanini

Per un errore, nella rubrica «Noi cittadini» pubblicata sul giornale di ieri, il titolo della lettera dedicata al «sottopasso diventato non luogo» citava viale Fulvio Testi al posto di viale Forlanini. Ci scusiamo con i lettori del Corriere.

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