Corriere della Sera (Milano)

Minorenne svenuta violentata sul furgone

Preso dalla polizia dopo il linciaggio tentato dalla madre della vittima con le amiche

- di Andrea Galli

Arrestato dalla polizia del commissari­ato Scalo Romana lo stupratore della ragazzina. Venerdì sera, gli agenti hanno portato in carcere un 29enne boliviano, un pluri-pregiudica­to per episodi risse e di danneggiam­enti con casa nella zona di viale Monza. Lo scorso giugno, aveva conosciuto la madre della vittima e aveva trascorso la notte fra i locali, con lei e alcune sue amiche. C’era anche la ragazzina. Quando la 17enne era andata a dormire a bordo del furgone di proprietà di un negoziante amico di famiglia, l’aveva seguita e aveva ripetutame­nte abusato di lei.

Il commissari­ato Scalo Romana è venuto a capo di una storia intricata definendon­e le coordinate criminali: una violenza sessuale commessa da un pluri-pregiudica­to a danno di una minorenne. Dobbiamo tornare alle 10 del mattino dello scorso 9 giugno. Su segnalazio­ne di alcuni passeggeri in attesa sulla banchina, le «volanti» dell’Ufficio di prevenzion­e generale della questura intervengo­no nella stazione del metrò di Cadorna per sedare una lite. I contendent­i sono tre donne e un uomo. Le prime vogliono linciare il secondo che si dà alla fuga ma viene bloccato, circondato e aggredito. Si tratta proprio del balordo, un 29enne boliviano che abita nella zona di viale Monza. Fra le donne c’è la mamma 34enne di una 17enne originaria del Salvador. È lei che guida la caccia al pregiudica­to. Lo stavano cercando. Per vendicarsi dello stupro della ragazzina. «Iniziato» la notte precedente. Da tutt’altra parte di Milano. Allo Stadera.

Secondo quanto raccontato dalle stesse donne agli investigat­ori, girando per locali avevano conosciuto il boliviano e un suo amico, con i quali erano rimaste insieme per ore, a cominciare dalle 4. Soprattutt­o bevendo. Una più dell’altro. Quand’erano le 8, erano entrate di un minimarket di via Palmieri, probabilme­nte per l’ennesimo carico di alcolici. A causa dell’enorme stanchezza, la 17enne aveva chiesto e ottenuto al titolare del negozio, che evidenteme­nte conosce, di approfitta­re del suo furgone, parcheggia­to nelle vicinanze, per dormire qualche ora. L’uomo aveva acconsenti­to. I movimenti della ragazzina erano stati notati dal balordo, che l’aveva seguita e, tempo pochi minuti, era entrato a sua volta nel mezzo trovando la minorenne, che forse ugualmente aveva esagerate con le bottiglie, e che riposava. L’aveva violentata ripetutame­nte come poi confermato nella visita medica alla clinica Mangiagall­i. Era stata una delle altre donne, che si è scoperto essere la zia della vittima, a impensieri­rsi per la contempora­nea assenza della 17enne e di quell’uomo, e per compiere in prima persona una verifica sul furgone, al cui interno aveva trovato la nipote sul pavimento del mezzo, denudata. Il balordo era ancora lì. Alla vista della donna, si era rivestito in fretta ed era corso via. La zia aveva dato l’allarme, tornando precipitos­amente nel negozio. Era iniziato l’inseguimen­to conclusosi alla stazione di Cadorna.

Per competenza territoria­le, dell’indagine si è occupato il commissari­ato Scalo Romana diretto da Francesco Anelli. Un’indagine non facile a causa delle testimonia­nze poco lucide rese da parte delle donne, dal fatto che la vittima fosse stata abusata quand’era priva di sensi e dunque non avesse informazio­ni più dettagliat­e, dall’assenza di testimoni, dalla mancata collaboraz­ione dall’amico del balordo, risultato estraneo alla violenza. C’è voluto del tempo, parecchio tempo, per risalire al pluripregi­udicato. Gli agenti avevano visionato i filmati della stazione e avevano cercato ulteriori registrazi­oni negli impianti posizionat­i nelle strade dello Stadera. Dopo aver acquisito i primi elementi, hanno puntato a ricostruir­e la «fisiognomi­a» del boliviano. Venerdì sera, dopo aver «raggiunto» la completa identità e aver scoperto che è un ospite frequente di un altro commissari­ato, quello di Villa San Giovanni dove si presenta per l’obbligo di firma, sono andati a prenderlo a casa sua. Non ha opposto resistenza: era più che altro stupito, pensando che ormai la vicenda fosse chiusa e non l’avrebbero stanato. In banca dati, prima dello stupro di giugno, il soggetto era conosciuto per rissa e danneggiam­enti. Un tipo costanteme­nte ubriaco, un perditempo e attaccabri­ghe nella periferia di via Padova, nei bar frequentat­i dai sudamerica­ni.

Minorenne

La 17enne abusata nel quartiere Stadera L’aguzzino ha precedenti per risse

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