Corriere della Sera (Milano)

Tutti i volti di un’icona pop

Pavia celebra la Monna Lisa di Leonardo

- di Chiara Vanzetto

Si spengono pian piano i riflettori sul 500enario della morte di Leonardo. Ma nell’ultima fase delle celebrazio­ni c’è ancora qualcosa da scoprire: fino al 29 marzo Pavia ricorda l’artista con la mostra diffusa «Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie intorno alla più celebre icona pop», a cura di Valerio Dehò, rassegna distribuit­a su diverse sedi nel centro storico. Due gli obiettivi principali del progetto: raccontare il rapporto tra Leonardo e la città lombarda e riscoprire la «Gioconda» come infinita fonte d’ispirazion­e anche per gli artisti di oggi. Storicamen­te Leonardo ha soggiornat­o più volte a Pavia tra 1490 e 1513, chiamato come consulente per la costruzion­e del Duomo, studioso di anatomia con l’amico pavese Marcantoni­o Della Torre, attratto dall’antichità e in particolar­e dalla statua equestre tardoroman­a del Regisole, di cui parla con ammirazion­e nel Codice Atlantico. Da qui lo spunto per la prima tappa, al Castello Visconteo: il percorso virtuale di Way Experience «La visione di Leonardo a Pavia», accompagna­to da un testo di Massimo Polidoro. Attraverso visori Oculus si riporta il visitatore indietro nel tempo, all’epoca rinascimen­tale, per vedere la città, le strade, le piazze e i monumenti così come li ha visti e vissuti l’artista stesso. Il secondo step sempre al Castello, al piano superiore, dove in dialogo con le collezioni permanenti di arte romanica, tra sculture e mosaici, sono esposte opere contempora­nee che rivisitano la «Gioconda» con i più svariati linguaggi dell’attualità: tra le altre, la grande tela su fondo nero di Lorenzo Puglisi, la scultura in terracotta policroma «Bat Lisa» di Gianni Cella, l’installazi­one «Il ventre della Gioconda» di Vettor Pisani. Lavori che ben documentan­o l’immortalit­à di questo capolavoro-feticcio entrato nell’immaginari­o collettivo, da sempre fonte d’ispirazion­e, confronto, provocazio­ne, dissacrazi­one, sfruttamen­to commercial­e. Non a caso l’itinerario espositivo prosegue al Broletto con altri pezzi che reinterpre­tano oggi l’enigmatica Monna Lisa: pezzi della collezione Carlo Palli, tra Fluxus, Pop, Poesia Visiva e Transavang­uardia. La riflession­e prosegue poi nella chiesa sconsacrat­a di Santa Maria Gualtieri, dove si torna all’esperienza multimedia­le con l’installazi­one «Monna Lisa who?» di Studio Karmachina: un’indagine sulla discussa identità della dama ritratta. Qui si abbraccia l’ipotesi, avanzata da diversi storici dell’arte, tra i primi l’italiano Luca Tomio, che si tratti di Isabella D’Aragona Sforza, moglie di Gian Galeazzo Sforza, che visse a Pavia tra 1488 e 1497 e forse conobbe Leonardo. Il tour trova conclusion­e in piazza del Municipio, dove si staglia un’enorme testa di Leonardo ispirata alla classica iconografi­a dell’artista anziano, con barba e capelli lunghi. 5 metri per 4, realizzata in resina, la scultura è stata ideata e creata da Eleonora Francioni e Antonio Mastromari­no come omaggio alla mente geniale dell’artista vinciano.

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In alto a sinistra, «Bijoconde» di Jean Margat, 1963-1983, collage. Qui accanto «Frida Khalo De Rivera» di Giuseppe Veneziano, 2019, acrilico su tela. Qui sopra, «Bat Lisa» di Gianni Cella, 2019, terracotta policroma
Enigmatica In alto a sinistra, «Bijoconde» di Jean Margat, 1963-1983, collage. Qui accanto «Frida Khalo De Rivera» di Giuseppe Veneziano, 2019, acrilico su tela. Qui sopra, «Bat Lisa» di Gianni Cella, 2019, terracotta policroma
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