Uno scudo difende i Navigli dal traffico E per il Villoresi restyling antispreco
Opere contro l’impatto delle oscillazioni Per il canale «cappotto» da 20 milioni di euro
Un «cappotto» per il letto e le sponde del Canale Villoresi, per limitare gli sprechi d’acqua. E il restauro delle sponde del Naviglio Grande, in alcuni tratti fuori Milano, per preservare le sponde dalle oscillazioni prodotte dal passaggio di migliaia di veicoli. Cominciata un mese fa e si protrarrà fino al 24 aprile l’asciutta totale del Canale Villoresi, il canale che nasce dal Ticino, alla diga del Panperduto a Somma Lombardo, e percorre 86 chilometri, fino a sfociare nell’Adda, a Cassano, dopo aver toccato 27 comuni. È l’arteria che disseta 116 mila ettari di campi, con una rete di 270 canali secondari, che coprono una distanza di 800 chilometri. La portata del sistema supera in media 500 milioni di metri cubi l’anno.
Se l’agricoltura diventa sempre più tecnologica, non è così per l’irrigazione, o meglio per il sistema irriguo lombardo, che è ancora fatto in larga parte con lo scorrimento superficiale e altri metodi tradizionali. Un’inerzia dovuta soprattutto all’abbondanza di risorse idriche. Tuttavia, le reti irrigue (dal reticolo Villoresi agli altri consorzi lombardi) soffrono di problematiche dovute anche all’età (alcuni canali sono vecchi di secoli) e l’irrigazione porta con sé anche molto spreco di acqua. Un problema che il Consorzio Villoresi ha ben presente. Da qui la decisione di investire 20 milioni di euro per impermeabilizzare il letto e le sponde nei tratti più critici.
«I lavori sono già stati appaltati e i cantieri apriranno entro gennaio — racconta il presidente Alessandro Folli —. Si tratta di fondi che provengono dall’Unione Europea e che impegnano il gestore a concludere i lavori in tre anni, pena la restituzione del finanziamento». I tratti interessati sono a Somma Lombardo e Vizzola Ticino nel Varesotto e poi a Arconate, Busto Garolfo e Parabiago, nel Milanese. E, dato che gli interventi obbligano a lunghi periodi di asciutta, sono cominciati i recuperi della fauna ittica. In totale, otto tonnellate di pesci, catturati a Nosate, Arconate, Parabiago sono stati poi liberati a Turbigo, nel Ticino. Ma gennaio è un mese importante anche per gli agricoltori: entro il 20 le imprese devono fare richiesta al Consorzio per il rinnovo quinquennale delle dispense idriche. E, quest’anno, la normativa europea chiede dati e informazioni sull’utilizzo dell’acqua molto più dettagliati e ha provocato dei malumori. «Sia ben chiaro, l’agricoltura non spreca acqua, anzi, queste imprese sono le prime a tutelare l’ambiente — chiosa Folli —. Ma dobbiamo prevenire i problemi che derivano dal cambiamento climatico e anche i lavori di impermeabilizzazione vanno in questa direzione».
Anche il Naviglio Grande, il Naviglio di Bereguardo e il Naviglio Pavese andranno in asciutta — totale i primi due, parziale l’ultimo — a partire dal 27 gennaio e fino alla fine di marzo. Sul Naviglio Grande, l’asciutta porterà lavori di restauro delle sponde per un tratto di 7,5 chilometri, fra Albairate, Vermezzo e Gaggiano. In questa zona, il canale scorre accanto alla ex statale “Vigevanese” e alla provinciale Corsico-Gaggiano. Il traffico intenso provoca forti oscillazioni, che rischiano di danneggiare le sponde, provocare problemi di sicurezza e ridurre anche la funzionalità idraulica. Il restauro costerà oltre 2,9 milioni di euro, stanziati ad hoc dal bilancio della Regione. «Occorre dare valore al Naviglio, che ha sempre bisogno di adeguamenti e sistemazioni ma soprattutto è una parte fondamentale della storia, della cultura e del lavoro del nostro territorio», dice il consigliere Curzio Trezzani.