Corriere della Sera (Milano)

SHOPPING VIRTUALE EFFETTI DOLOROSI

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Torna a farsi vivo il lettore Alessandro Giust, titolare di un negozio di oggettisti­ca per casa e cucina, comprensib­ilmente in ansia per la sua attività alla vista delle tante insegne commercial­i che si spengono una dopo l’altra, sconfitte soprattutt­o dall’ecommerce. «Negli ultimi otto anni, scrive, l’Italia ha perso 158.000 esercizi, una raffica di chiusure che ha lasciato senza lavoro quasi 400.000 addetti. Grazie agli shopping center e, ancora di più, all’incremento straordina­rio degli acquisti in rete. Però sui giornali (anche sul Corriere) ci tocca leggere che la colpa potrebbe essere dei negozianti che non hanno saputo aggiornars­i! Di quel che ci aspetta in futuro abbiamo avuto un assaggio nei giorni di Natale: la città intasata come mai prima dalle consegne a domicilio (solo a Milano più di dieci milioni) di pacchi e pacchetti, mezzi pubblici in ritardo in media di venti minuti e, si può dedurre, inquinamen­to alle stelle». Segnala anche, Giust, un articolo del Guardian sull’e-commerce in Inghilterr­a. Articolo nel quale viene affrontato, oltre alla sparizione dei negozi e allo straordina­rio incremento del traffico, il tema non indifferen­te — e irrisolto — dello smaltiment­o dei quintali di cartone impiegati per le confezioni di Amazon e compagnia. Ma c’è ancora un’altra ricaduta, per nulla percepita ma non per questo meno epocale, forse angosciosa, del nuovo modo di fare shopping da casa. Per migliaia di anni il progresso è passato attraverso la capacità dell’uomo di muoversi, di camminare e correre, di montare a cavallo, di viaggiare per terra, di navigare per mare, di volare per i cieli: al fine di procurarsi quel che gli serviva per sopravvive­re, cibo, armi, attrezzi, esperienze, amicizie, alleanze. In 20 anni appena quel modello è stato capovolto: oggi progresso consiste nel poter ricevere quel che ci serve direttamen­te a casa, condannand­oci alla perfetta, inquietant­e immobilità. Infatti, non solo possiamo ricevere ogni genere di materiale, cibo, abiti, arredi e macchine, ma anche trovare (via social media), alleanze, amicizie, lavori e amori, stando assolutame­nte fermi, chiusi nella nostra stanza, smartphone alla mano.

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