GLI ANZIANI CHE ANIMANO I CONCERTI
«Mio figlio fa bene ad andare a vedere i concerti. Camperà cent’anni...». Battuta colta al volo in un supermercato della città: due signore stanno parlano della rispettiva prole e una delle due è preoccupata perché il suo pargolo sedicenne frequenta le adunate oceaniche di un cantante popolarissimo. L’altra tenta di tranquillizzarla con una battuta ottimistica. In realtà quella donna fa un’affermazione che ricerche scientifiche recenti avvalorano. Secondo uno studio della Goldsmiths University di Londra assistere a un live musicale, in parole povere un concerto dal vivo, fa salire del 21 per cento la percezione del benessere personale. Il campione di frequentatori è stato sottoposto a test psicometrici personalizzati e a test di frequenza cardiaca. Risultato: aumenta l’autostima e la simpatia nei confronti degli altri spettatori.In soldoni: chi ogni quindici giorni va ai concerti — lo studio inglese non specifica se di musica sinfonica, di lirica o di leggera — è più felice, si sente appagato, sicuro di sé e vivrà più a lungo. La ricerca ipotizza dieci anni in più ma non fissa un traguardo. Dunque anche cento anni? I più colti di noi alla sola espressione «cent’anni» pensano subito alla famosa guerra tra Francia e Inghilterra del 1337.
I più semplici pensano al popolare augurio: «Che tu possa campare cent’anni». Ma oggi con i vecchietti arzilli in circolazione, che vadano o no ai concerti, chi si ferma ai cento?