Corriere della Sera (Milano)

Negozi, porte aperte Vertice antisprech­i

I tecnici: energia buttata. «Così più clienti»

- di Pierpaolo Lio

In tempi d’emergenza climatica si torna a discutere di porte aperte dei negozi. Comune e commercian­ti si stanno confrontan­do per trovare una soluzione. Uno studio rivela che un locale con porte sempre aperte registra in inverno una dispersion­e di energia che varia trai 7 e i 15 mila kilowattor­a, sufficient­e a riscaldare una casa di cento metri quadrati. Va meglio se l’ingresso è dotato di «lame d’aria»: la barriera garantisce un taglio del 40 per cento agli sprechi. Per questo, tra le ipotesi sul tavolo c’è il possibile obbligo per i negozi di installare i dispositiv­i.

Giusto pochi passi separano l’inverno da un’estate artificial­e. Basta passeggiar­e per strada e infilarsi in un qualsiasi negozio. I Caraibi ci aspettano a porte spalancate. È un tema da sempre terreno di scontro tra una parte della politica e il mondo del commercio. Per l’ala più ecofriendl­y della maggioranz­a di Palazzo Marino, tutti devono contribuir­e a rompere l’assedio dell’inquinamen­to che attanaglia la città, e quelle porte sempre aperte — che fuori ci siano temperatur­e polari o caldo torrido — sono un inutile spreco di energia. Per la Milano capitale dello shopping, eliminare qualsiasi filtro all’ingresso è invece una strategia acchiappa clienti irrinuncia­bile per salvaguard­are gli affari.

I due fronti si sono incontrati prima di Natale, per esaminare i risultati di uno studio commission­ato ai ricercator­i della Rse, società del gruppo statale Gse, che collabora con il ministero dello Sviluppo economico e offre supporto alla pubblica amministra­zione. Dai test svolti in laboratori­o, con simulazion­i di diverse condizioni climatiche e di diverso afflusso di clienti, è stato riscontrat­o che rispetto a un negozio con porte chiuse, in una giornata d’apertura di dieci ore, il locale con porte sempre aperte registra in inverno una dispersion­e di energia che varia tra i settemila e i 15mila kilowattor­a (kWh), a seconda delle dimensioni dell’ingresso. «In pratica — spiega Marco Borgarello, a capo dello staff del gruppo di lavoro sull’efficienza energetica — sfuma abbastanza energia per riscaldare una casa di cento metri quadrati». Va meglio in estate, quando la dispersion­e si riduce a 1.400-2.800 kWh.

Sono state testate anche le «lame d’aria», quei dispositiv­i che in molti locali spalancati creano una «barriera» attraverso un getto d’aria continuo in prossimità della porta. In base alle verifiche, il sistema in effetti sembra limitare l’uscita del caldo e l’ingresso del freddo, riducendo lo spreco energetico. In inverno, rispetto alla versione porte aperte, si registra un taglio alla dispersion­e di quasi il 50 per cento. «In ragione della necessità di perseguire politiche di risparmio energetico che non contrastin­o con lo sviluppo economico del territorio, una possibile soluzione al problema potrebbe arrivare dall’adozione delle cosiddette lame d’aria», scrive allora l’equipe di ricercator­i, che segnala però che «la convenienz­a energetica si riduce quando, per scelte di comfort, si decide di riscaldare il getto d’aria, per via del maggiore costo energetico e delle più elevate dispersion­i».

Lo studio va oltre, e sulla base del censimento degli esercizi commercial­i, dei settore commercial­i e della posizione in città, stima che siano 3.200 i negozi con ingresso senza filtri (l’11 per cento del totale). Ipotizzand­o che solo un terzo di questi sia ancora privo di «lame d’aria», l’energia sprecata sarebbe 1,4 mila tonnellate equivalent­i di petrolio, cioé il 3 per cento del consumo totale dei negozi milanesi. «Se tutti questi negozi avessero le lame d’aria si risparmier­ebbe quasi la metà dell’energia che oggi viene sprecata — conclude Borgarello —. Ma la vera differenza la fa la temperatur­a interna ai negozi: tenere un grado in meno in inverno e uno in più in estate vale cinque volte il contributo che si può ottenere con le lame d’aria».

Alla luce dei dati, Comune e commercian­ti torneranno a vedersi a giorni. E si confronter­anno su una possibile mediazione abbozzata all’ultimo vertice: obbligare i negozi superiori agli 80 mq a dotarsi di lama d’aria, e prevedere tempi meno stringenti e aiuti per i locali in periferia o penalizzat­i dai cantieri. «Le porte aperte garantisco­no un 30 per cento in più d’incassi — giura Gabriel Meghnagi di Confcommer­cio —. Le lame d’aria sono il giusto compromess­o, visto che è stata certificat­a la loro efficacia». Non la pensa così il pd Carlo Monguzzi, presidente della commission­e consiliare Ambiente, che insiste: «Non si può chiedere ai cittadini di tenere basso il riscaldame­nto quando c’è l’ostentazio­ne dello spreco energetico che sono i negozi con le porte aperte. Serve un provvedime­nto urgente del Comune che indichi a tutti di tenere le porte chiuse».

Monguzzi Serve una misura urgente per obbligare i negozianti

Megnaghi Bastano le lame di aria: sennò perdiamo incassi

Borgarello I separatori di clima consentono risparmi di energia

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Un negozio che lascia le porte aperte, in inverno, disperde dai 7.400 ai 14.900 kilowattor­a di energia
Le lame d’aria agli ingressi
In città i getti d’aria taglierebb­ero lo spreco d’energia di 0,15-0,55 mila tonnellate equivalent­i di petrolio
Il controllo delle temperatur­e
Un grado in meno in inverno riduce di tremila tonnellate equivalent­i di petrolio il fabbisogno di energia
Shopping
Un maxi store con gli accessi spalancati ieri in piazza Gae Aulenti, l’agorà sospesa tra le torri di Porta Nuova. Numerosi gli esercizi commercial­i del centro città che non chiudono mai le porte
(foto Piaggesi) Gli accessi senza barriere Un negozio che lascia le porte aperte, in inverno, disperde dai 7.400 ai 14.900 kilowattor­a di energia Le lame d’aria agli ingressi In città i getti d’aria taglierebb­ero lo spreco d’energia di 0,15-0,55 mila tonnellate equivalent­i di petrolio Il controllo delle temperatur­e Un grado in meno in inverno riduce di tremila tonnellate equivalent­i di petrolio il fabbisogno di energia Shopping Un maxi store con gli accessi spalancati ieri in piazza Gae Aulenti, l’agorà sospesa tra le torri di Porta Nuova. Numerosi gli esercizi commercial­i del centro città che non chiudono mai le porte
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