Carydis dedica a Mitropoulos il suo debutto con la Filarmonica «Sul podio per un mito greco»
Carydis debutta alla testa della Filarmonica con un programma dedicato a Dimitri Mitropoulos Sul palco la mezzosoprano Magdalena Kožená
Bacchetta ateniese
«Dal podio guido persone che non conosco e non mi conoscono. Ci uniscono la note e l’amore per esse»
Il ricordo L’autore di “Tafi” morì qui, alla Scala, mentre dirigeva Mahler Nel 2020 saranno 60 anni
Afianco della nona sinfonia di Shostakovich, di «Blumine» e dei «Rucker-Lieder» di Mahler, «Tafi» di Dimitri Mitropoulos sembrerebbe una curiosità da eruditi, ma per Costantinos Carydis è il cuore sorgivo del programma che dirige stasera per il suo debutto con la Filarmonica della Scala. «Non solo per i direttori, per chiunque in Grecia studi musica Mitropoulos è un mito», spiega il 46enne ateniese. Tra gli anniversari che il 2020 segna c’è anche la sua tragica morte: il 2 novembre 1960 ebbe un malore proprio alla Scala, durante le prove della terza sinfonia di Mahler. «Per questo mi è sembrato giusto legare il mio debutto al suo nome; prima di salire sul podio fu pianista e compositore; Tafi significa sepoltura, quindi il riferimento è esplicito». Carydis non compone, «ma come lui ho iniziato studiando pianoforte, a sei anni; l’aspetto che più amavo era però far musica assieme ad altri, quindi il podio fu il modo di sperimentare il massimo numero di strumenti con cui condividere questo piacere».
Usa e ripete la parola «esperimento» per indicare la direzione: «Perché non so esplicitare una formula che spieghi come si fa a dirigere; sono davanti a persone che non conosco e che non mi conoscono, ci uniscono le note e l’amore che condividiamo per esse. Scatta qualcosa, ma ogni volta in un modo diverso». Durante le prove l’intesa è scattata partendo da Mitropoulos. «Non soltanto perché non lo conoscevano, ma perché tutto il programma è collegato a lui. È morto qui, esattamente dove mi trovo io adesso, mentre stava dirigendo Mahler, così ho voluto accostare due pagine del boemo: “Blumine”, altro brano poco noto, doveva essere un movimento della prima sinfonia che però fu espunto; e i Rückert-Lieder, uno dei vertici della vocalità mahleriana». Saranno intonati da una stella quale Magdalena Kožená, mezzosoprano ceco recentemente applaudito alla Scala con Simon Rattle, che è suo marito oltre a essere stato per sedici stagioni la guida stabile dei Berliner Philharmoniker. E proprio a Berlino i coniugi hanno inciso questo splendido ciclo liederistico. «Dimitri Mitropoulos fu poi il primo a dirigere Shostakovich in America, così ho voluto chiudere il concerto con la nona sinfonia del russo».
Il compianto direttore è stato un modello e un’ispirazione, ma non ha fatto scuola. «In Grecia c’è una buona educazione musicale di base, tantissimi bambini si avvicinano agli strumenti; però se si vuole salire di livello è obbligatorio andare all’estero, io ho studiato a Monaco di Baviera». Eppure oggi oltre al lanciatissimo Carydis, che lo scorso anno ha debuttato con Berliner e ha già diretto opere a Vienna e Londra, la Grecia può vantare uno dei direttori più geniali e originali d’oggi, Teodor Currentzis. «Purtroppo non siamo frutto di una scuola valida, è un puro caso; tra l’altro personalmente non ci conosciamo neppure». Potrebbero essere loro due a tracciare la via? «Non penso, in Grecia abbiamo avuto una crisi gravissima e al momento ci sono cose molto più urgenti da sistemare».