Il ritorno dell’ingegnere dei canestri in rosa «Con il Sanga voglio la A1»
Basket femminile, nuova avventura di Enrico Crespi
«Non c’è niente da fare, mi piacciono le cose difficili...». La butta lì, ma è vero, Enrico Crespi, l’ingegnere dei canestri rosa, sì è messo in testa di rilanciare il basket femminile milanese, il Sanga sponsorizzato Ponte casa d’Aste, rivivendo quei meravigliosi anni 80-90 quando con la sua Gbc poi griffata Gemeaz Cusin (gli sponsor in quegli anni arrivavano, eccome) lottava e vinceva in Italia e in Europa. Avrebbe potuto vincere molto di più, ma doveva fare i conti con un basket donne competitivo, ricco e non monotematico come adesso, e doveva lottare contro Vicenza e Como, che avevano grandi giocatrici (dice qualcosa Catarina Pollini?) che davano vita a un’Italia del basket che all’Olimpiade andava, ora tutti al mare.
Ma Crespi è sempre qui, anzi è tornato: con la Konelco, leader dell’elettronica gestita dalle famiglie Monti e Crespi: il marchio Gbc, storico nel mondo dello sport, è riapparso proprio al Sanga Milano, creatura di Franz Pinotti, personaggio dai mille volti, forse troppi, allenatore-dirigenteanimatore-catalizzatore-operatore culturale-educatore. Insieme a Pinotti, Crespi vuole organizzare meglio la società, coinvolgendo nuove forze che aiutino a crescere e a consolidarsi. Il piano è semplice da descrivere, ma difficile da attuare: andare in serie A1 «e restarci» puntualizza Crespi. Fare avanti e indietro, da A2 a A1, vivacchiare tra stenti e sconfitte, non è da Crespi.
«L’esigenza è quella di creare — spiega Crespi — una squadra forte e competitiva negli anni: ci vuole una società solida, che viva con una cultura professionistica. Che possa sostenere tutta la struttura societaria, anche là dove già il Sanga primeggia, nello sviluppo dei progetti giovanili, scolastici e umanitari. Meravigliosa
l’esperienza del baskin, che fa giocare insieme abili e diversamente abili».
Bisogna seminare, convincere, toccare le corde giuste di una città, Milano, che ha il palato fine quanto a sport, e basket in particolare. Conquistarla con i fatti. Non è un caso che al palazzetto, il Cambini dedicato ad Aldo Giordani, si siano visti personaggi che hanno fatto la storia della Milano dei canestri, per esempio Maria Baldini. Oppure, al vernissage a Palazzo Marino dove il Sanga ha presentato una delle sue facce più belle, appunto quella rivolta al sociale e al bisogno, ospiti d’onore Meneghin e Marzorati. E infine l’assegnazione dell’Ambrogino d’oro. Crespi sa che nello sport bisogna vincere (non come sabato come contro il Villafranca, ma può capitare), ma se la società è più forte e ben organizzata, magari anche più ricca, perché nuovi sponsor e imprenditori si innamorano del giochino, la strada per il canestro ti appare veloce come una discesa.