Corriere della Sera (Milano)

Tasso alcolico alle stelle Il giudice: «Lieve entità»

Tribunale di Milano, una sentenza che fa discutere La Polstrada: incomprens­ibile. Sconcerto in Procura

- di Giuseppe Guastella

Aveva un tasso di alcol quasi quattro volte il massimo consentito, ma l’automobili­sta che aveva causato un incidente sulla A4 è stato prosciolto per «tenuità» del fatto.

Aveva un tasso di alcol pari a 1,97 grammi per litro, quasi quattro volte il massimo consentito, il 27enne che su un’auto lanciata a folle velocità il 5 gennaio a Lutago (Bolzano) falciò e uccise sette ragazzi. A Milano, lo stesso valore non è bastato per condannare un romeno che, dopo che aveva causato un incidente sulla A4, è stato prosciolto per «tenuità» del fatto con un sentenza che ha sollevato le perplessit­à allarmate della Polizia stradale e della Procura. Solo per miracolo l’automobili­sta, e il passeggero che viaggiava con lui, uscirono vivi dall’incidente in cui alle 22.40 del primo aprile 2018 l’auto carambolò sull’autostrada all’altezza di Novate Milanese. La Passat rimase distrutta mentre i due furono portati al Niguarda. Gli agenti della Polizia stradale non trovarono alcuna causa che spiegasse l’incidente: il tempo era buono, l’asfalto era regolare e non c’era alcun segno di frenata. Il test eseguito in ospedale sul guidatore, un 29 enne residente a Milano, fu severo: 1,97 g/l che fecero scattare il procedimen­to penale previsto quando si superano gli 0,8 g/l.

Il processo per guida in stato di ebbrezza (art.186 codice della strada) con varie aggravanti finisce di fronte al giudice monocratic­o Maria Pia Bianchi del Tribunale la quale, il primo luglio scorso, non lo fa partire perché emette una «sentenza predibatti­mentale». In essa, come si legge nelle motivazion­i depositate a novembre, scrive che «la circostanz­a che il livello di tasso alcolemico rinvenuto nel sangue non sia di molto superiore al limite relativo alla soglia di rilevanza, consente di qualificar­e il fatto in termini di tenuità». Eppure l’articolo 186 prevede sanzioni crescenti già a partire da 0,5 g/l che, se si superano gli 1,5 g/l come nel caso in questione, arrivano al massimo con un’ammenda da 1.500 a 6.000 euro, l’arresto da sei mesi ad un anno, oltre alla sospension­e o revoca della patente. La pena aumenta se si guida dopo le 22, si provoca un incidente stradale e se ci sono feriti, come è accaduto sulla A4. Il giudice, quindi, decide il «non doversi procedere» nei confronti dell’imputato «per tenuità del fatto» limitandos­i a sospenderg­li la patente per un anno. Nella «motivazion­e semplifica­ta» critica anche gli agenti intervenut­i scrivendo che stima «poco comprensib­ile la decisione della polizia giudiziari­a di sottoporre ad accertamen­to con etilometro un soggetto trasportan­do fino alla vettura lo strumentar­io per procedere al controllo se questi non era nell’auto o nelle immediate vicinanza di tale mezzo, come risulta peraltro della annotazion­e agli atti». Un passaggio di difficile comprensio­ne dato che negli atti c’è scritto che l’esame è avvenuto al Niguarda proprio su richiesta della polizia perché i due erano stati ricoverati. In riferiment­o all’incidente, si legge poi che «non si stima adeguatame­nte provato» visto che «l’imputato perdeva il controllo del mezzo senza cagionare ad altri danno». La Polstrada di Bergamo esprime le sue perplessit­à in una lettera alla Procura di Milano in cui scrive che «rimane di difficile comprensio­ne l’eccezione di non ritenere adeguatame­nte provato l’incidente» e si domanda perché venga considerat­o di lieve entità il

Gli esami

L’autista aveva bevuto quanto l’uomo ubriaco che a Bolzano ha ucciso 7 persone

valore di 1,97 g/l «accertato clinicamen­te» con «procedura medico legale, considerat­o che tale valore supera di quasi 4 volte il limite massimo previsto». In Procura giudicano la sentenza «sconcertan­te», ma isolata nel Tribunale e nella Corte d’appello. I dati dicono che la quasi totalità di questi procedimen­ti si chiude con una sanzione penale e che vengono archiviati solo quelli in cui il risultato del test non è sufficient­emente attendibil­e. La tenuità del fatto, dicono a Palazzo di giustizia, potrebbe essere invocata quando viene rilevato un tasso alcolemico solo di poco superiore a quello penalmente rilevante, oppure se per la persona indagata si tratta di un caso isolato, magari di un giovane che è appena uscito dalla sua festa di compleanno.

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