Corriere della Sera (Milano)

Il marciapied­i con il cubo è da bocciare

- di Giangiacom­o Schiavi

In via Corleone, all’angolo con via Arona, è stato da pochi giorni installato un chiosco destinato allo street food. Gli abitanti dei caseggiati adiacenti sono molto preoccupat­i per il traffico che arriverà, perché si tratta di una strada stretta e senza spazi per il parcheggio, per gli inevitabil­i schiamazzi e anche perché il prefabbric­ato non è proprio una bellezza. In effetti ci sono leggerezze progettual­i che andrebbero mappate ed esposte, per far vedere ai cittadini la metamorfos­i in corso a Milano. È evidente che l’attrattivi­tà del post Expo ha scatenato una corsa all’oro, trasforman­do la città in una specie di nuovo Klondike.

Caro Schiavi,

Se Milano non è più imbrattata come anni fa, è grazie alla presa di coscienza dei proprietar­i di cani, favorita dalle multe dei primi mesi del 2005 (sindaco Albertini) a chi non raccogliev­a o era sprovvisto di paletta e sacchettin­o. Il promotore dell’iniziativa dei cani è stato De Corato, ma è innominabi­le ....

Diamo a De Corato quel che è di De Corato: per noi è nominabile, è stato un buon vicesindac­o, infaticabi­le ed efficiente spalla del sindaco Albertini. La campagna con paletta e sacchettin­o è stata uno dei traguardi raggiunti da quella giunta. I vigili in strada, anche.

PARCO RAVIZZAvot­o

Caro Schiavi, sono ormai cinque mesi che una gentile signora della terza età vive accampata in una tenda al parco Ravizza. Ho parlato con lei e ho scoperto che aveva una casa che le è stata tolta perché non ne pagava le spese. Credo che sia giusto punire chi non rispetta le regole, ma mi chiedo se sia giusto che una città come Milano possa accettare cose simili: abbandonar­e gli ultimi non ci farà mai crescere, non ci farà arrivare prima da nessuna parte. Qualcuno dice che è indecoroso lasciare che dorma nel parco, io credo che sia più indecoroso non aiutarla a rimettere insieme la sua vita.

Milano non è una città dal cuore freddo, la solidariet­à si tocca con mano e per fortuna sono tante le persone come lei, che si battono per una buona causa. Non vogliamo però sparare nel mucchio, cercheremo di conoscere meglio la storia della donna sfrattata che vive nella tenda: se è malata, va curata; se è povera, va sostenuta. In alcuni casi analoghi c’è stata una mano provvidenz­iale che non si è sottratta alla richiesta di aiuto. Ma la politica non si può chiamare fuori.

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