QUEL BRUTTO CUBO SUL MARCIAPIEDE E I TIMORI PER IL TRAFFICO CHE VERRÀ
Caro Schiavi, qualche sera fa, attorno alle 22, è stato installato in via Corleone, all’angolo con via Arona, questo orrendo manufatto in metallo dalle sembianze simili a quello già presente all’Arco della Pace: sarà adibito a street food. Il luogo di installazione presenta le alcune criticità: i pedoni che arrivano da via Arona per accedere a corso Sempione devono camminare sulla sede stradale, in barba alla sicurezza; non è rimasto alcuno spazio di sosta per auto o motorini, quindi inevitabile sarà l’ingorgo per le altrettanto inevitabili soste veloci; siamo in una zona residenziale, di silenzio, con tre caseggiati a pochi metri di distanza che dovranno sopportare miasmi di salamelle e, diciamolo pure, i probabili schiamazzi degli avventori. Infine, si tratta di un pugno nell’occhio dal punto di vista architettonico. Se da un lato si può comprendere — ma non approvare — la ricerca di tributi ovunque da parte del Comune, molti dei preoccupati residenti si chiedono perché quel chiosco non sia stato autorizzato e realizzato a trecento metri di distanza, dove c’è il Vigorelli e dove non avrebbe creato problemi di viabilità, sosta, sicurezza, schiamazzi, dal momento che lì non ci sono abitazioni ma ampi spazi.
Caro Ciniero, ci sono leggerezze progettuali che andrebbero mappate ed esposte, per far vedere ai cittadini la metamorfosi in corso a Milano: che cosa va e che cosa non va. È evidente che l’attrattività del post Expo ha scatenato una corsa all’oro, trasformando la città in una specie di nuovo Klondike. Ecco il motivo di tante preoccupazioni, come la sua: sono sottrazioni di spazi di vivibilità.