Un villaggio olimpico di 5 palazzine
Porta Romana, a giugno progetto e impresa
Il futuro villaggio olimpico si declinerà in cinque palazzine, massimo di sette piani, in mezzo a quello che sarà lo scalo Romana riqualificato. In vista dei Giochi invernali del 2026, l’area di fronte alla Fondazione Prada s’è conquistata la priorità. Bisogna correre per farsi trovare pronti. A tre anni dalla firma dell’accordo di programma che ha ridisegnato i sette ex scali merci, Fs ha provato a delineare i prossimi passi. In particolare per i terreni «olimpici». Settimana prossima sarà lanciata la manifestazione d’interesse per la vendita dell’area. A giugno la scelta dello sviluppatore. Due anni dopo il via ai cantieri per tre anni di lavori.
La conquista dei cinque cerchi ha ormai ribaltato l’ordine delle priorità. Sarà il vecchio scalo Romana ad aprire la lunga marcia della rigenerazione dei fasci di binari dismessi. E la tabella di marcia è serrata. Il bando per la vendita sarà lanciato settimana prossima. A giugno sarà scelto l’investitore/sviluppatore. Due anni dopo apriranno i cantieri, in modo da farsi trovare pronti a metà del 2025 con tutto quello che serve per i Giochi invernali dell’anno successivo. Ci sarà una nuova stazione, che recupererà gli edifici attuali vincolati, e percorsi ciclopedonali. Un manto verde coprirà cento metri di linea per «ricucire» il quartiere. Un parco dominerà poi nove ettari dell’area scelta per ospitare il villaggio olimpico. La «casa» degli atleti, «probabilmente cinque palazzine di massimo sette piani — ha anticipato l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran — da riconvertire poi in studentato», occuperà quasi un terzo dello scalo.
A tre anni dalla firma dell’accordo di programma, Fs Sistemi urbani, proprietaria delle sette zone da riqualificare, traccia un primo bilancio. «Sei dei sette scali stanno prendendo velocità», ha garantito l’ad Umberto Lebruto all’evento «Dagli scali, la nuova città». In cima alle priorità ci sono appunto i terreni su cui s’affaccia la Fondazione Prada. «Stiamo andando nella direzione giusta, ora iniziamo subito il grande intervento del villaggio olimpico che sarà molto importante», ha incalzato il governatore Attilio Fontana. Il sindaco Beppe Sala ha però rassicurato: «Ci sono ampiamente i tempi. Il problema è che venga costruito
con qualità».
La fotografia consegnata alla città ricorda che per Farini e San Cristoforo è stato già scelto il masterplan, il progetto «Agenti climatici» che ruota attorno ai temi del verde e della sostenibilità ambientale: il primo ospiterà un grande parco, case e la sede decentrata dell’Accademia di Brera, il secondo sarà un’unica oasi green. Per Greco è stato sottoscritto il preliminare di vendita a dicembre e a giugno è previsto il rogito: dietro alla Bicocca nascerà un nuovo quartiere di housing sociale a zero emissioni. Anche l’area di Lambrate è finita in vendita, sempre con il concorso «Reinventing cities». A ottobre è stato presentato il concorso d’idee per immaginare il futuro di Rogoredo. Procede più a rilento Porta Genova, dove s’inizierà a lavorare solo nel 2023, dopo la realizzazione della stazione di viale Tibaldi della futura «circle line» (cantieri al via ad aprile).
«Il prossimo decennio vedrà un’altra grande trasformazione di Milano — ha concluso Sala — e il marchio degli scali sarà il marchio della città degli anni a venire».