Piazza Alfieri, due antagonisti resistono sul tetto
Due giorni sul tetto. Sono ancora aggrappati alle tegole dello stabile di piazza Alfieri, i due antagonisti saliti sul tetto dell’ex centro sociale «Casa Brancaleone» sgomberato martedì mattina dalla polizia. I due hanno trascorso una notte al freddo e sono stati visitati da personale del 118 salito sul tetto grazie a un’autoscala insieme a vigili del fuoco e Digos. I sanitari li hanno giudicati in discrete condizioni nonostante una notte freddissima con temperature arrivate a - 1 grado. Ieri sera una ventina di antagonisti hanno inscenato un presidio di sostegno che si è svolto senza incidenti. I due anarchici, nonostante una lunga giornata di trattative, non hanno voluto abbandonare la loro protesta. Sul posto è presente un servizio di polizia, 118, polizia locale e vigili del fuoco attivo 24 ore su 24 da martedì mattina. del nuovo inquilino». Che infatti nel 2014 entrò, ristrutturò l’alloggio e ai vicini si presentò come nuovo abitante. Pochi mesi dopo Mm iniziò a fare verifiche sui propri inquilini e scoprì che l’ultimo assegnatario legittimo era morto anni prima e che da allora l’alloggio non era stato più assegnato. Questo è quel che appare anche nei documenti dell’anagrafe interna Mm (il sistema «Sepa») datati 2015. Come è possibile che un inquilino ottenga una casa senza che ce ne sia traccia nei documenti? «Perché probabilmente — si conclude il racconto — tutta la “pratica” venne gestita in forma, diciamo così, “privata”. All’epoca, in qualche caso, queste cose accadevano».
Recupero privato
Non dovrebbe accadere, secondo le regole, che gli ispettori di una società del Comune facciano un lavoro parallelo nel privato. Nei documenti interni di Mm però si legge: «Si tratta di attività extra lavorativa, nell’ambito del recupero di unità abitative di privati gravate da problematiche. Loro compito era convincere i locatari a rilasciare tali alloggi». A quanto risulta, l’impiego parallelo non veniva fatto in orario di lavoro.