Corriere della Sera (Milano)

La grande truffa del Pinot grigio Acqua e zucchero nel vino Doc

Arrestati i vertici della Cantina Sociale Canneto. Coldiretti: grave danno per il settore

- El. Lan.

PAVIA Per confondere olfatto e palato degli estimatori dei vini dell’Oltrepò Pavese, e produrre falsi Doc, Igt e Bio, erano arrivati a miscelare il vino con acqua, zucchero, aromi e anidride carbonica, per renderlo più frizzante ed aumentare la gradazione alcolica. È quanto è emerso dall’indagine della Procura di Pavia che ieri all’alba ha portato all’arresto di cinque persone e all’emissione di due obblighi di firma nei confronti dei vertici della Cantina Sociale di Canneto Pavese e di enologi compiacent­i. Gli inquirenti sono giunti a Canneto, uno dei capoluoghi della viticoltur­a oltrepadan­a e patria del Pinot, dove, secondo l’accusa, per soddisfare la richiesta di un mercato sempre più attento alla qualità, venivano prodotti vini con etichette pregiate, ottenuti in realtà da uve diverse da quelle consentite dal disciplina­re Doc e Igt, ed alterati con ingredient­i vietati dalla normativa. Gli indagati sono accusati di associazio­ne a delinquere finalizzat­a alla frode in commercio e alla contraffaz­ione di indicazion­i geografich­e o denominazi­oni di origine di prodotti agroalimen­tari. A finire ai domiciliar­i sono stati il presidente della Cantina Sociale di Canneto Pavese, Alberto Carini, 46 anni, la sua nella frode. Sei anni fa, nel 2014, un’altra inchiesta aveva coinvolto altri produttori vinicoli dell’Oltrepò pavese, accusati di non aver rispettato i canoni dei marchi Doc e Igt, in particolar­e per il Pinot Grigio. «Le indagini proseguono», hanno sottolinea­to Mario Venditti e Paolo Mazza, procurator­e aggiunto e sostituto procurator­e di Pavia. «Purtroppo è doloroso constatare — ha aggiunto il procurator­e capo di Pavia, Giorgio Reposo — che a distanza di pochi anni dalla precedente indagine sui falsi vini Doc in Oltrepò, che aveva coinvolto circa 200 persone, quella lezione non sia servita».

La notizia degli arresti ha scosso il mondo del vino oltrepadan­o: i produttori ora temono pesanti ripercussi­oni sulle vendite e non nascondono l’amarezza per il danno d’immagine di un territorio che già fatica ad imporsi nonostante i meriti in bottiglia. «È una vicenda che rischia di avere conseguenz­e molto gravi — sottolinea Stefano Greppi, presidente di Coldiretti Pavia — e che va a colpire un comparto fondamenta­le per il nostro sistema agroalimen­tare. Un territorio con oltre 13 mila ettari coltivati a vigneto e circa 1.400 aziende vitivinico­le come l’Oltrepò non può più permetters­i vicende di questo tipo: le eventuali responsabi­lità andranno chiarite velocement­e dalle forze dell’ordine».

Il sistema

La qualità pregiata veniva sostituita con bevande alterate ma etichettat­e come Igt e bio

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La Cantina Sociale di Canneto Pavese al centro dell’indagine
L’indagine
● Arrestati i vertici della Cantina Sociale di Canneto Pavese
● L’azienda smerciava vini, in particolar­e Pinot grigio con etichette Doc, Igt e Bio alterandol­i con acqua, zucchero, aromi
● L’indagine di carabinier­i e Guardia di Finanza è iniziata nel 2018 quando sono emersi ammanchi in cantina: la quantità di vino da vendere era superiore rispetto a quella nelle cisterne
(foto Milani) La sede La Cantina Sociale di Canneto Pavese al centro dell’indagine L’indagine ● Arrestati i vertici della Cantina Sociale di Canneto Pavese ● L’azienda smerciava vini, in particolar­e Pinot grigio con etichette Doc, Igt e Bio alterandol­i con acqua, zucchero, aromi ● L’indagine di carabinier­i e Guardia di Finanza è iniziata nel 2018 quando sono emersi ammanchi in cantina: la quantità di vino da vendere era superiore rispetto a quella nelle cisterne

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