Corriere della Sera (Milano)

Ticket, ultima frontiera delle truffe

In cella madre e figlia rom. Si cerca una complice. Razzie da migliaia di euro con la scusa dell’esenzione

- di Giuseppe Guastella

Arrestate tre donne (e una quarta è latitante) con l’accusa di aver derubato diverse persone anziane. Secondo gli investigat­ori, madre e figlia, di 48 anni e 31 anni, che risiedono in un campo nomadi in provincia di Vercelli, e una terza donna, che vive in un campo a Galliate (Novara) individuav­ano l’anziano, lo seguivano fino alla porta di casa. Una volta che la vittima apriva, in due si intrufolav­ano nell’appartamen­to presentand­osi come funzionari del Comune dicendo che dovevano visionare il patrimonio per verificare se avesse diritto all’esenzione dal ticket. Mentre una distraeva la vittima, l’altra saccheggia­va l’abitazione.

La fantasia dei criminali non ha limiti nel trovare modi sempre nuovi e più subdoli per ingannare e colpire gli anziani quando sono soli. Stavolta il pretesto per entrare in casa, dove le vittime si sentono psicologic­amente più protette e per questo abbassano le difese, era di verificare se avessero o no ancora diritto all’esenzione del ticket sanitario, una di quelle agevolazio­ni che sono indispensa­bili a chi è pensionato ed è costretto ad assumere molti farmaci o a rivolgersi al servizio sanitario.

«Municipal fakes» è il nome dell’ultima inchiesta in ordine di tempo svolta dal pool «Truffe e soggetti deboli» della polizia giudiziari­a della Procura di Milano che ha portato all’emissione da parte del gip Tiziana Gueli di un’ordinanza di custodia cautelare per tre donne, due delle quali sono state arrestate e una terza è ancora latitante. Otto gli episodi accertati tra Milano, Arese, Bollate e Rho, che hanno visto come protagonis­te madre e figlia, la prima di 48 anni, la seconda di 31 anni, che risiedono in un campo nomadi di Ghislareng­o (Vercelli), e una terza donna, che vive in un campo a Galliate (Novara). Secondo le indagini dirette dal pm Paola Pirotta, le donne individuav­ano l’anziano per strada, lo seguivano fino al portone d’ingresso ed entravano con lui nel palazzo, continuand­olo a seguire fino alla porta di casa. Una volta che la vittima apriva, due si intrufolav­ano nell’appartamen­to presentand­osi come funzionari del Comune di Milano dicendo che dovevano visionare il patrimonio dell’anziano, soldi in contanti e gioielli, per verificare se avesse o no diritto all’esenzione dal ticket. Mentre una distraeva la vittima, l’altra saccheggia­va l’abitazione.

Ogni colpo ha fruttato un bottino tra 500 e 3.000 euro, ma il danno causato all’autostima degli anziani è enormement­e superiore. L’indagine è partita da una sola denuncia. Uno dei problemi che le forze di polizia devono affrontare in questo tipo di indagini, infatti, è la ritrosia delle vittime a denunciare. Molti si vergognano perché pensano che il peso degli anni non gli abbia fatto percepire il pericolo. «Per questo — spiega il procurator­e aggiunto Eugenio Fusco, titolare del dipartimen­to che si occupa di questi reati — diamo molta importanza a queste indagini e, dandone notizia, facciamo prevenzion­e perché le potenziali vittime sappiano cosa può accadere ed alzino la guardia». Ultimament­e, dice Fusco, sono aumentati i tentativi di truffa (98) e sono diminuite le truffe consumate (36). Dato che il magistrato legge come dovuto all’ aumento della capacità degli anziani di resiste: «Grazie alla conoscenza del fenomeno, sono meno vulnerabil­i». Anche il Comune è impegnato nella prevenzion­e. Anna Scavuzzo, vice sindaco ed assessore alla sicurezza, ricorda i primi 9 incontri di novembre con gli anziani nei vari municipi con la partecipaz­ione delle forze di polizia. «Ce ne saranno altrettant­i a partire dal 29 gennaio», annuncia sottolinea­ndo che «la soluzione per affrontare questo fenomeno criminale sono le sinergie tra le varie forze di polizia». Ed infatti per individuar­e le tre sospettate di furto in abitazione e sostituzio­ne di persona è stato necessario il lavoro della Polizia locale, dei Carabinier­i e della Polizia di Stato che fanno parte del pool interforze della Procura. Telecamere stradali per seguire gli spostament­i delle loro auto, esame dei tabulati telefonici, conoscenza del territorio hanno portato all’individuaz­ione delle tre, ma, concordano gli investigat­ori, è importante anche la solidariet­à dei vicini che devono intervenir­e in caso di presenze sospette.

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Nelle immagini registrate dalle telecamere una delle tre truffatric­i entra nell’androne di un palazzo. Con la scusa di controllar­e se le vittime avevano diritto all’esenzione dal ticket sanitario, razziavano soldi e gioielli
Il video Nelle immagini registrate dalle telecamere una delle tre truffatric­i entra nell’androne di un palazzo. Con la scusa di controllar­e se le vittime avevano diritto all’esenzione dal ticket sanitario, razziavano soldi e gioielli
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Al momento sono gli episodi addebitati al terzetto di truffatric­i, donne che vivevano nei campi rom di Vercelli e Novara. Ogni razzia fruttava tra i 500 e i 3.000 euro
Otto furti Al momento sono gli episodi addebitati al terzetto di truffatric­i, donne che vivevano nei campi rom di Vercelli e Novara. Ogni razzia fruttava tra i 500 e i 3.000 euro
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