Corriere della Sera (Milano)

Badante e colf spacciatri­ci di «shaboo»

Ordini dei clienti con una telefonata. Base a Lambrate

- di Andrea Galli

Tre donne. Tutte filippine. Due impegnate anche come colf, la terza badante nell’appartamen­to di una 88enne. Sono state arrestate dal commissari­ato Lambrate diretto da Nunzio Trabace. In azione la squadra investigat­iva, tra le più esperte a Milano per quanto riguarda lo spaccio di shaboo. Proprio la sostanza spacciata dalle donne, che si muovevano di giorno anche a bordo di taxi, raggiungen­do a domicilio i clienti, che a loro volta avevano concordato la dose e il prezzo con una telefonata. Il cellulare sequestrat­o potrebbe fornire elementi molto utili agli investigat­ori.

A Milano vantano una delle maggiori specializz­azioni in shaboo. Non è un caso che i tre arresti siano stati effettuati proprio dai poliziotti della squadra investigat­iva del commissari­ato Lambrate. Dalla direzione di Anna Laruccia a quella, attuale e recente, di Nunzio Trabace, la squadra ha «coltivato» informator­i in possesso di dritte efficaci ed è in grado di seguire le evoluzioni sul mercato di questa droga devastante, assai costosa, nata come «droga etnica», riconducib­ile alle comunità cinese e filippina, ma con «aperture» anche agli italiani.

Non pare questo il caso poiché le tre spacciatri­ci, tutte filippine e catturate in distinte operazioni, rifornivan­o per lo più connaziona­li. Da Lambrate, che resta una delle basi cittadine dello shaboo, ad altre periferie. Due donne, di 31 e 52 anni, si spostavano a bordo di taxi. Chiamavano la corsa, salivano, scendevano nelle vicinanze del palazzo del cliente, percorreva­no le scale, consegnava­no le dosi, tornavano in strada, chiamavano un altro taxi, e così via. Gli agenti hanno sequestrat­o un telefonino che contava centinaia di numeri, in maggioranz­a sempre riconducib­ili a cittadini filippini, e fra i quali c’erano gli stessi compratori. Sistema sempliciss­imo: una chiamata, l’ordine, la ricezione dello shaboo direttamen­te a domicilio, con il pagamento in contanti.

Un’ipotesi investigat­iva secondo la quale le spacciatri­ci siano state «utilizzate» con l’obiettivo di dar meno nell’occhio — delle donne a bordo di un taxi, di giorno —, è stata presto confutata dalla ricerca nei database, in quanto una è seriale, l’ha già fatto in passato e allora come adesso si è trattato di una scelta sua: oltre a essere impiegata, rigorosame­nte in nero, come colf qua e là, smazzava droga, più per arricchirs­i che per arrotondar­e. Sarà interessan­te l’iter giudiziari­o perché le arrestate, che non risultano avere una residenza e nemmeno un domicilio, in consideraz­ione dell’intensa attività e dell’evidente disponibil­ità di shaboo (insieme avevano una settantina di dosi già pronte), non sarebbero state — è opportuno sottolinea­rlo — delle semplici «galoppine», ma avrebbero militato in un livello medio-alto di un’organizzaz­ione criminale. La tradizione insegna che difficilme­nte le donne regalerann­o informazio­ni agli inquirenti, però i tentativi verranno fatti. E così accadrà per la terza in manette, una 58enne che in via Giovanni Antonio Amadeo lavorava come badante nell’appartamen­to di una 88enne, in gravi condizioni di salute e obbligata a rimanere a letto. In quell’abitazione, la filippina riceveva i clienti ai quali cedeva lo stupefacen­te. Gli accertamen­ti hanno escluso collegamen­ti tra i due poli di spaccio. Allo stesso tempo, anche la badante non ha finora «donato» i nomi dei fornitori e indicato sulla mappa di Milano depositi e covi. Nella

Una delle catturate accoglieva compratori anche nella casa della 88enne che assisteva

casa dell’anziana c’erano 20 grammi di shaboo. Una droga che, nel caso dei cinesi, viene fatta assumere dalle prostitute affinché resistano per decine e decine di ore e permettano il massimo dei ricavi. Uno degli effetti dello stupefacen­te è la possibilit­à di stare svegli a oltranza, per giorni, senza avere mai la necessità di fermarsi per dormire. Quanto alle conseguenz­e sul corpo e sulla mente, esse sono di una potenza micidiale; possono per esempio manifestar­si negli occhi dei consumator­i che camminano per strada con la visione di mostri che compaiono d’improvviso, e si fanno poi largo attraverso la carne prendendo possesso dei corpi. Il peggio viene naturalmen­te dopo.

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