Corriere della Sera (Milano)

Disfida del semaforo acceso per protesta

Magenta e il sindaco di Robecco

- di Giovanna Maria Fagnani

Il ricatto del semaforo. Succede a Robecco sul Naviglio, dove pendolari e studenti chiedono a gran voce una superstrad­a, per evitare il collasso del traffico delle ultime settimane. Orologio alla mano non hanno torto: se prima, per attraversa­re il paese, nelle ore di punta, auto e mezzi pubblici ci mettevano al massimo 10 minuti, ora ne impiegano anche 50. Un punto cruciale, un passaggio obbligato, per chi, da Vigevano, è diretto a Malpensa e viceversa. Il sindaco Fortunata Barni ha addotto motivi di sicurezza. Pedoni e ciclisti rischiano di essere investiti.

Un semaforo usato come «ricatto». O meglio, come potentissi­mo atto dimostrati­vo, per far vedere che, sul quel territorio, serve una superstrad­a, per evitare il collasso del traffico. Collasso, che, in questi giorni, nella zona di Magenta e Abbiategra­sso, pendolari e studenti stanno provando sulla loro pelle.

Se prima, per attraversa­re il comune di Robecco sul Naviglio, nelle ore di punta, auto e mezzi pubblici ci mettevano al massimo 10 minuti, ora ne impiegano anche 50. E il centro del paese, al mattino e di sera, patisce i disagi (e i gas di scarico) delle auto incolonnat­e per chilometri. Risultato: pendolari inferociti, una raccolta firme e proteste sui social. E la società dei trasporti locale, il Consorzio Autoserviz­i Lombardi, che, con una lettera, minaccia di chiedere al Comune una comparteci­pazione ai costi (gli straordina­ri degli autisti in coda) e di cambiare percorso, lasciando il paese senza autobus.

Tutto è cominciato lunedì scorso, quando il Comune di Robecco ha riattivato il vecchio semaforo sulla Statale 526 «dell’Est Ticino», all’altezza del ponte sul Naviglio Grande, spento da oltre 20 anni. Ma quello è un punto cruciale, un passaggio obbligato, sia per chi, da Vigevano, è diretto a Malpensa e viceversa. Il sindaco Fortunata Barni (lista civica) ha addotto motivi di sicurezza: il ponte è stato costruito a metà 800, ci passano sopra circa 20 mila veicoli al giorno, il traffico peggiora quotidiana­mente e i pedoni e i ciclisti rischiano seriamente di essere investiti. Non è raro, infatti, vedere tir e camion che, incrociand­osi nell’attraversa­mento, salgono con le ruote sui marciapied­i del ponte.

Ma la sicurezza non è l’unico obiettivo: dopo la riaccensio­ne, il sindaco ha scritto un appello al ministro dei Trasporti Paola De Micheli, sottoscrit­to anche dai colleghi di Abbiategra­sso, Magenta, Ozzero e Vigevano. «In prima linea ci siamo noi sindaci e laddove cadono ponti o succedono gravi incidenti ne rispondiam­o in prima persona — scrive Barni —. Il coraggio e la determinaz­ione non ci mancano, ma a volte le scelte ultime competono agli organi superiori. Ci auspichiam­o che si ponga fine a questo immobilism­o e vengano rimossi gli ultimi ostacoli che ancora impediscon­o la realizzazi­one della Vigevano-Malpensa, opera che il Cipe ha approvato come unico progetto possibile». Se ne parla da 40 anni: una bretella di 18 chilometri, del costo di 220 milioni di euro già stanziati e approvato nel 2018, ma fermo per la strenua opposizion­e (sia al Tar che all’Ue) di due comuni contrari, Cassinetta di Luganano e Albairate, di altri enti e dei movimenti ambientali­sti.

Con l’accensione del semaforo il sindaco ha dimostrato il traffico che i suoi cittadini devono sopportare. Ma i sindaci di Cassinetta di Lugagnano e Albairate, Michele Bona e Flavio Crivellin ribattono con un appello a Città Metropolit­ana, chiedendo di indurre i «vicini» a ripensarci. «Siamo consapevol­i — affermano i primi cittadini — che la situazione viabilisti­ca di Robecco richiede una soluzione condivisa a livello locale, attraverso una ottimizzaz­ione della viabilità esistente, ma siamo altrettant­o convinti che la soluzione non si deve forzare con l’esasperazi­one dei cittadini, attraverso l’imposizion­e di misure di restrizion­e che finiscono solo con l’aggravare i problemi di mobilità», scrivono in una lettera.

A Robecco, invece, la lista di opposizion­e «Esserci» suggerisce di trasformar­e il semaforo in un impianto a chiamata. E il sindaco ha annunciato la convocazio­ne di un’assemblea pubblica, che si preannunci­a infuocata.

Qualche giorno fa di fronte al municipio sono comparse scritte ingiuriose contro di lei e le indagini sono in corso. Nel frattempo, ieri per qualche ora gli automobili­sti hanno tirato un sospiro di sollievo: il semaforo, vetusto, si è bloccato, ma gli operai sono già all’opera per ripararlo.

Le reazioni

La mossa anche per mostrare il volume di traffico. Ma i paesi vicini si dissociano

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Il semaforo sul ponte di Robecco era spento da 20 anni: ora crea lunghe code
(Ansa) Disagi Il semaforo sul ponte di Robecco era spento da 20 anni: ora crea lunghe code
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In prima linea Fortunata Barni, classe 1969, sindaco di Robecco

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