LA DONAZIONE DI SANGUE GESTO DI CIVILTÀ DA DIFENDERE
Il vecchio adagio recita: A pensare male si fa peccato ma talvolta ci si azzecca! Cosa dire della struttura già completata da un paio d’anni, destinata a pista coperta di atletica, costruita al Centro sportivo XXV Aprile mai aperta né collaudata? Un’allerta doverosa indirizzata al Coni, al Comune di Milano e alla Regione Lombardia in previsione dell’avvio lavori per i prossimi Giochi Olimpici Invernali. Meditate gente, meditate.
L’effetto del voto
Come siamo stati bene sabato 25 gennaio (giorno di silenzio elettorale)! Ho ascoltato un paio di giornali radio e visto alcuni telegiornali: che meraviglia. Niente odio, insulti, paure né promesse strabilianti! Ho fatto quattro passi per acquistare un quotidiano e anche Milano sembra più serena, allegra, tranquilla. Ma non potrebbe essere sempre così? Propongo di fare il contrario: invece di un giorno di «pausa di riflessione», come la chiamano, e tutto il resto dell’anno campagna elettora
Caro Schiavi, questo è un appello, un appello a donare sangue. Se non c’è sangue gli ospedali si fermano e si rimandano gli interventi chirurgici e le terapie mediche. Il sangue non si può fabbricare in laboratorio, ma è di esclusiva origine umana, e quindi può essere donato solo dagli esseri umani. È necessaria una nuova sensibilizzazione, a Milano e in Italia. Per quasi mezzo secolo ho organizzato e gestito un’associazione di donatori di sangue presso il Centro trasfusionale del Policlinico di Milano e credo di aver imparato molto. Ho capito innanzitutto che la donazione di sangue deve essere considerata un atto medico oltre che sociale, perché deve consentire un controllo delle condizioni di salute del donatore e rappresentare per lui un momento di incontro con un medico che possa suggerirgli alcune azioni utili alla sua salute e a prevenire possibili danni che si profilano all’orizzonte; controlli della salute che oltre tutto contribuiscono a fidelizzare molte persone al Centro Trasfusionale. Ritengo che una società basata sui soli valori venali e regolata solo da interessi, priva di solidarietà e del dono è destinata a collassare e a scatenare violenza. Un solo esempio da citare è l’ingresso dei fondi finanziari in sanità. Il fondo ha come unico scopo dichiarato quello di fare profitti: non ha le, non sarebbe meglio fare un solo giorno di campagna e 364, anzi quest’anno 365 visto che il 2020 è bisestile (che fortuna!) giorni di tranquillità?.
La scelta dei farmaci
Il professor Giovanni Staurenghi, formula mio tramite importanza se gestendo ospedali o supermercati, non ha importanza se il profitto danneggia clienti o dipendenti. Il fondo è impersonale, non è interessato alle conseguenze sociali del suo operato. Se un ramo di azienda non frutta lo si chiude anche se molti perdono il lavoro. Per questo ritengo importante potenziare la cultura del dono, far conoscere il suo valore sociale, sviluppare l’autostima di chi dona e il riconoscimento che il mondo circostante gli deve. I donatori compiono un’azione meritevole, sono persone sane come tutti noi e donano volontariamente, consapevoli che vivere in una società evoluta significa partecipare ai vantaggi, ma anche contribuire a risolverne i problemi.
Caro Sirchia, condivido il suo appello, in vista della giornata mondiale del donatore di sangue, che si celebra il 13 giugno. C’è stata una rarefazione di donatori negli ultimi anni e si parla troppo poco di problemi come quello del sangue, che contribuisce a salvare vite umane. Gli Amici del Policlinico svolgono una funzione sociale: provvedono al sangue necessario a una decina di ospedali milanesi. Chi dona, fa qualcosa di grande. la richiesta di rettifica di quanto contenuto nell’articolo di Simona Ravizza e intitolato «Così le case farmaceutiche pagano i contratti dei medici. Arriva lo stop della Statale» pubblicato il 16 dicembre. L’articolo afferma testualmente: «Apriti cielo! La decisione dell’assessorato alla Sanità scatena l’ira degli oculisti: e in un caso, un medico, universitario di fama, si rifiuta di curare i pazienti con il farmaco meno costoso e disdice gli appuntamenti tra le proteste dei malati (il riferimento è al primario del Sacco, uno dei centri di oculistica più importanti di Milano, Giovanni Staurenghi)». In punto di fatto, a seguito della deliberazione n. XI/1986 seduta del 23 luglio 2019 della
Regione Lombardia che limitava a euro 55,60 il rimborso pubblico per le iniezioni intravitreali per la maculopatia senile essudativa e per l’edema maculare diabetico il prof. Staurenghi si è limitato a evidenziare delle perplessità interpretative della delibera stessa. Cautelativamente, dunque, in data 30 luglio , d’accordo con la direzione ge
(s.rav.) La seduta del primo agosto è stata sospesa. Ai centralini della Regione sono arrivate subito dopo e nello stesso giorno decine di proteste dei malati. In seguito a ciò l’assessorato alla Sanità è intervenuto per far riprendere gli appuntamenti come poi è infatti avvenuto. Senza ricorrere ad una rettifica, il prof. Staurenghi, contattato più volte dal Corriere per dare spazio alla sua versione dei fatti, avrebbe potuto intervenire nello stesso articolo — il primo è del 5 agosto — invece di rifiutare, come confermano i messaggi che ci siamo scambiati via cellulare.
Una giornata tranquilla
Il caso del Sacco