Parcheggi condivisi, esperimento flop «Serve un rilancio»
Il pressing di Fedrighini
L’idea è buona, la realizzazione meno. Parliamo di park pooling, una variante del car pooling. Chi arriva in uno dei parcheggi d’interscambio che circondano la città con la sua auto e almeno due passeggeri a bordo non paga sosta. Un provvedimento che da una parte riduce il numero delle auto in circolazione e che è a costo zero per le casse di Atm e Comune, perché quello che l’azienda dei trasporti perde come introito del parcheggio lo riguadagna con il numero maggiore di persone che utilizzano le metropolitane. La sperimentazione però non sta dando i suoi frutti. I parcheggi riservati al park pooling sono solo una quarantina su 16mila e solo uno, quello nel parcheggio di Famagosta, funziona. Gli altri restano per lo più inutilizzati. In pochi lo sanno e in pochi lo conoscono. «Bene ha fatto il Comune a estendere il progetto non solo sul parcheggio di Molino Dorino ma anche agli altri parcheggi di interscambio — dice il consigliere di Milano progressista Enrico Fedrighini — ma è ora di passare alla fase due con una comunicazione a tappeto e l’ampliamento degli spazi all’interno dei parcheggi». Il potenziale del park pooling è enorme. Con due passeggeri a bordo il drenaggio di auto in arrivo in città passerebbe da 20mila (i posti nei vari parcheggi intorno alla città) a 60mila. Se i passeggeri fossero quattro si arriverebbe a 80mila: «Si ridurrebbero il numero di auto provenienti dall’hinterland».