Tributi, furti e corruzione nervi scoperti
Anno giudiziario: rinnovamento avviato ma gravi carenze d’organico
Ireati economici e tributari, la zona grigia tra mafia e corruzione e i furti nelle abitazioni sono le tre grandi aree criminali contro le quali la Procura esercita la maggiore pressione investigativa e che si concretizzano in processi che solo in minima parte incappano nella scure della prescrizione.
Questo nonostante le drammatiche carenze negli organici dei magistrati e del personale amministrativo denunciate dal presidente della Corte d’appello Marina Tavassi di fronte al ministro della giustizia Alfonso Bonafede all’inaugurazione di ieri dell’anno giudiziario.
I reati economici e tributari, la zona grigia tra mafia e corruzione e i furti nelle abitazioni sono le tre grandi aree criminali contro le quali la Procura di Milano esercita la maggiore pressione investigativa e che si concretizzano in processi che solo in minima parte incappano nella scure della prescrizione. Questo nonostante le drammatiche carenze negli organici dei magistrati e del personale amministrativo denunciate dal presidente della Corte d’appello Marina Tavassi di fronte al ministro della giustizia Alfonso Bonafede all’inaugurazione dell’anno giudiziario che ha proiettato il palazzo di giustizia in primo piano nel panorama nazionale.
A far convergere su Milano l’attenzione è stata la presenza del Guardasigilli, ideatore della riforma che prevede il blocco della prescrizione, e del consigliere del Csm PierCamillo Davigo, ex pm milanese e ora presidente di sezione in Cassazione, contro il quale hanno protestato gli avvocati della Camera penale (sono usciti dall’aula magna quando ha preso la parola) per le sue dichiarazioni recenti (ma non nuove) in cui, tra l’altro, ha accusato l’avvocatura di tendere ad allungare i tempi dei processi per ottenere la prescrizione.
Nonostante la «grave scopertura negli organici», la Corte d’appello di Milano, in tutti i suoi uffici, dal 2012 ha «intrapreso un percorso di rinnovamento» che, grazie all’aumento dell’efficienza, ha permesso di recuperare l’arretrato, ha detto Tavassi, nonostante possa contare su un «numero di magistrati notevolmente inferiore» a quelli di altre sedi equivalenti. Nel distretto della Corte d’appello, ha spiegato, ci sono 127 magistrati in pianta organica per un territorio di quasi 6,9 milioni di abitanti, contro i 170 di Roma, che conta 5,8 milioni di abitanti, e Napoli, che con un numero simile di «utenti» opera con 156 magistrati. Ed anche con gli interventi annunciati dal ministero della giustizia i rapporti di forze non cambieranno, nemmeno tra il personale amministrativo che a Milano sconta una scopertura del 29,6%, ben al di sopra della media nazionale che è del 20,24%.
Nonostante questo, nel settore penale il tasso di prescrizione in appello, anche a fronte di un aumento dei procedimenti del 7,85% , è di appena il 2,91%, «di gran lunga inferiore al dato nazionale che è pari al 24%», il che comporterebbe una ricaduta molto limitata della nuova norma sulla prescrizione, sottolinea Tavassi che non manca di ringraziare per la collaborazione gli avvocati milanesi, rappresentata dal presidente dell’Ordine Vinicio Nardo, «che sono quale la Procura della Repubblica guidata da Francesco Greco ha investito dal 2018 con un «progetto per la raccolta standardizzata delle denunce di furto» che permetta di elaborare un modello informatico per «ricostruire condotte ricorrenti di gruppi criminali» e così «individuare gli autori dei reati». C’è poi la lotta della Dda e degli altri dipartimenti alla zona grigia in cui prosperano corruzione e mafia favorite dalle «sinergie tra politica locale, imprenditoria e ‘ndranghetisti».