Lambro, il sogno negato del fiume con acque pulite
Nel tempo la città è migliorata, ma il fetore che esce dal Lambro, all’interno del parco, è immutato. È sempre il testimone scomodo dell’industria che per anni ha scaricato nell’acqua il peggio di sé e adesso deve fare i conti con i danni ambientali. Negli anni 80 era considerato il fiume più inquinato d’Italia. Eppure attraversa un parco che merita più cura e attenzione. Proteggerlo è un dovere, ma la politica guarda altrove.
Caro Schiavi, vivo a Milano dal 1983, la città è notevolmente migliorata, ma c’è una cosa rimasta invariata: il fetore che esce dal Lambro all’interno del parco, fetore immutato nel corso degli anni e quindi, presumo, causato sempre dalla stessa sorgente.
È mai possibile che nel 2020 non si sia ancora riusciti a individuare e punire i responsabili? Hanno ripulito il Tamigi e noi non riusciamo con il Lambro?Mi spiace, perché considero il parco Lambro un prezioso polmone verde, ma la puzza, anche a gennaio, lo rende poco fruibile.
Gabriella Ghidini
Cara Gabriella il Lambro inquinato è il testimone scomodo dell’industria che per anni ha scaricato nell’acqua il peggio di sé, e adesso deve fare i conti con i danni ambientali e la salute. Le antiche chiare acque (con gamberi e trote) negli anni 80 hanno avuto il poco invidiabile primato di essere le più inquinate d’Italia (in condivisione con il Sarno). Pesticidi e liquami di ogni tipo, ai quali oggi si è aggiunto il glifosato, condizionano questo fiume che attraversa un parco che merita più cura e attenzione: proteggerlo è un dovere, condivido l’appello. Ma la politica guarda altrove.