Lager e gulag sulla stele L’Anpi: un oltraggio
Insorge l’Anpi: «Un oltraggio alla storia»
La scelta del sindaco leghista di Ballabio (Lecco) divide i cittadini: sabato è stato inaugurato un cippo alla memoria di Pino Galbani, ballabiese deportato a Mauthausen. Ma sulla stele appare la dedica anche per le vittime di gulag e foibe.
LECCO In molti lo ricordano. Il fazzoletto tricolore al collo, la voce roca, testimone degli orrori nazisti. Arrestato a 17 anni, sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen. Pino Galbani è morto a 90 anni il giorno di Natale del 2016. L’amministrazione di Ballabio, all’imbocco della Valsassina, dove ha sempre vissuto, ha inaugurato sabato un cippo commemorativo nel parchetto di via Matteotti. «A Giuseppe Galbani. Nel ricordo di tutte le vittime dei lager, dei gulag e delle foibe», si legge sulla stele. Nel suo intervento il sindaco leghista Alessandra Consonni ha parlato di «rimembranza universale, perché la bestialità e la disumanità sono tali nei lager, come nei gulag, nelle foibe e ovunque l’uomo diventi iniquo carnefice del suo simile».
Imbarazzati i rappresentanti dell’Anpi presenti alla cerimonia, che a meno di 24 ore dal taglio del nastro hanno preso le distanze, esprimendo la loro contrarietà. «Siamo stati avvisati solo il giorno prima della posa del cippo — spiega Enrico Avagnina, presidente dell’Anpi di Lecco —. Un discorso quello del primo cittadino vergognoso, che rinnova la nostra amarezza visto che la strumentalizzazione di momenti commemorativi legati alla resistenza con letture storiche di parte e fuorvianti avviene ogni anno a Ballabio in occasione della Festa della Repubblica». A prendere posizione anche il vicepresidente vicario di Anpi Lombardia, Roberto Cenati: «Uno sgarbo a Pino Galbani — dice —. Ricordare chi ha mantenuta viva la memoria dei lager nazisti soprattutto in un periodo come il nostro di rigurgiti antisemiti è un dovere. Confonderla con altre vicende tragiche ben diverse, un oltraggio alla storia». «Il sindaco ha mischiato nazismo e comunismo, mettendo sullo stesso piano i campi di sterminio con i gulag e le foibe. Cosa c’entra Pino con le foibe? Sbagliato usare il suo nome anche per altre tragedie umane. Un discorso strumentale», la dura presa di posizione di Alberto Anghileri, consigliere comunale di Con la sinistra cambia Lecco.
«Luogo e dedica della stele sono stati decisi informando i famigliari. Erano presenti il fratello Luigi e i nipoti Oscar, Marco e Ornella — ribatte
Alessandra Consonni —. Una scelta scaturita dall’insegnamento di Pino Galbani, che ha raccontato la sua tragedia senza mai una parola d’odio, senza fomentare divisioni, anzi ispirandosi a sentimenti di pacificazione. Durante la cerimonia tutti hanno avuto lacrime di commozione, poi questi signori, mi riferisco agli esponenti politici che si credono monopolisti della sofferenza altrui, devono essersi ricordati che a Ballabio in primavera si vota e allora ecco la polemica contro il sindaco leghista».