Via Paolo Sarpi, segnali di ripresa
L’economia della zona ha recuperato il 20%. Nell’area metropolitana perdite di 4 milioni al giorno
In Lombardia ci sono attualmente quattro casi in corso di valutazione per possibile contagio da coronavirus: uno all’Ospedale Humanitas, uno al Fatebenefratelli e due a Como. Gli esiti definitivi arriveranno oggi: i primi test hanno dato risultati negativi. Potrebbero essere turisti arrivati dalla Cina o italiani che possono essere entrati in contatto col virus. Nel frattempo, la comunità cinese di Milano fa i conti con la psicosi collettiva che in una settimana ha allontanato i clienti di ristoranti e negozi in tutta la città, non solo a Chinatown. Anzi: via Paolo Sarpi, cuore della comunità cinese meneghina, è stata la prima a essere colpita, ma anche la prima a godere delle iniziative, come quella del Pd ieri sera («Una passeggiata e una cena a Chinatown»), tese a cancellare fake news e abbattere fenomeni di intolleranza. Nel weekend infatti il calo di affari delle imprese cinesi ha invertito la rotta.
«Dal 27 al 30 gennaio i ristoratori della zona Sarpi — dice Francesco Wu, referente in Confcommercio Milano per l’imprenditoria straniera — hanno perso il 50% di ricavi, alcuni persino il 70. Nel resto della città il calo è stato del 30%. Da venerdì, grazie a campagne di sensibilizzazione di politici, blogger, tv e stampa, si è registrato un netto miglioramento in Chinatown, dove i ristoratori hanno recuperato un 20% sulle perdite. Nel resto della città il calo continua ad attestarsi tra il 30 e il 40%».
Le imprese individuali cinesi a Milano (quella cinese è la comunità straniera più numerosa, con 27.845 cittadini) sono 3.802: 5-6mila se si considerano anche le srl. Parametro che alza il conteggio delle imprese cinesi nella provincia milanese da 5.662 a 8-9mila. Numeri necessari per capire l’entità della crisi: «Nell’ipotesi che ogni impresa perda in media 500 euro — dice Wu —, si stima una perdita nella Città Metropolitana di 4 milioni di euro al giorno: tra i 90 e i 120 milioni al mese».
L’iniziativa di venerdì, quando l’assessore al Commercio Cristina Tajani ha pranzato in Chinatown, «ha avuto un effetto positivo perché si è diffusa una sorta di solidarietà che può contrastare catene negative del tutto infondate — dice l’assessore —. Continueremo con iniziative come quelle di stasera (ieri sera, ndr) per cercare di sensibilizzare i cittadini ed evitare lo spopolamento delle attività commerciali». Occorrerà del tempo per capire l’impatto del virus sul resto delle imprese in città. Il turista cinese è al primo posto nella top ten degli acquirenti nel Quadrilatero della moda, con uno scontrino medio di duemila euro a testa. In Monte
Napoleone «molti esercenti hanno registrato a gennaio un aumento a doppia cifra dei ricavi rispetto allo stesso periodo del 2019 — dice Guglielmo Miani, presidente del Monte Napoleone district —. Le vacanze dei turisti cinesi sono appena iniziate, finiranno il 10 di febbraio». Col blocco
Solidarietà Continua l’iniziativa della passeggiata e cena a Chinatown contro l’intolleranza
del traffico aereo ci sarà una diminuzione degli arrivi, ma, conclude Miani «è troppo presto per avere dati. In ogni caso, mi sembra più importante salvaguardare la salute dei cittadini che due settimane di lavoro più intenso».