Raccolta rifiuti a Lodi, sacco prepagato in tutta la città
Sperimentazione terminata. Si paga quanto si consuma: «Cambiamo le abitudini delle famiglie»
LODI Due anni fa i cestini portarifiuti in ludesan avevano diviso la città: chi si era fatto una risata e chi l’aveva bollata come «l’ennesima propaganda leghista». Oggi Lodi è entrata stabilmente nella top 20 italiana per la raccolta differenziata tra i capoluoghi. Il merito non è certo dell’ironica campagna in dialetto, ma di una rivoluzione in tutto il sistema di raccolta che dal settembre scorso ha visto apparire per la prima volta anche il sacco prepagato per risolvere il problema dell’indifferenziato, circa 5 mila tonnellate di immondizia prodotte da famiglie e categorie produttive e il cui smaltimento grava sul Comune per quasi 600 mila euro l’anno.
La sperimentazione su 2.500 utenti è andata bene e Palazzo Broletto ha deciso: il sacco prepagato e il sistema della tariffa puntuale (tanto produci, tanto paghi) verrà esteso a tutta la città. L’obiettivo: ridurre la produzione dei rifiuti secchi e abbassare i costi di smaltimento, ma soprattutto raggiungere quell’80% di raccolta differenziata che proietterebbe la città tra i primi cinque capoluoghi per la capacità di riciclo. Troppo ottimistico farlo entro quest’anno, la giunta Casanova punta ad arrivare all’unico sacco arancione per tutti entro fine mandato (2022) anche se l’assessore all’ambiente Alberto Tarchini preferisce non fissare un orizzonte temporale: «Se non ce la facciamo per fine mandato la palla passerà al mio successore».
Intanto, la via è tracciata. Dal 19 settembre scorso 2.200 famiglie e 245 attività produttive di uno dei quartieri più popolati della città (zona Selvagreca e tutto l’Oltreadda frazioni comprese), selezionato appositamente per la sperimentazione, hanno fatto da «cavie»: niente più sacco nero o trasparente per buttare tutto ciò che non viene riutilizzato (carta, plastica, vetro, umido e Raee) ma contenitori forniti direttamente dal Comune. Quattordici settimane la durata del test e l’obiettivo di «risparmiare» sulla frazione secca, evitando di produrre più immondizia rispetto ai sacchi consegnato a ogni nucleo famigliare a seconda del numero di persone, superficie e tariffa Tari. Chi ha avuto bisogno di più sacchi, ha pagato di più. «Ma parliamo di una percentuale ridotta — precisa Tarchini —, in totale in questi tre mesi di sperimentazione famiglie e negozi sono stati virtuosi producendo meno rifiuti rispetto alle abitudini». E chi cerca di fare il furbo viene immediatamente notato per via dell’inedito colore arancione con tanto di logo del Comune impossibile da riprodurre: «Più che furbi — afferma Tarchini —, si è trattato di qualche utente poco informato che ha continuato a conferire l’indifferenziata nel sacco trasparente o nel sacco nero». Tutti gli altri invece si sono dimostrati virtuosi, al punto di far calare la produzione di frazione secca del 30 per cento rispetto a prima, risparmiando quasi 4 mila euro per il loro smaltimento. Su tutta Lodi, il risparmio arriverebbe a 14 mila euro. Ecco perché il Comune punta a una nuova rivoluzione.
Come funziona
Il contenitore risolve il problema dell’indifferenziata, circa 5 mila tonnellate