Corriere della Sera (Milano)

Raccolta rifiuti a Lodi, sacco prepagato in tutta la città

Sperimenta­zione terminata. Si paga quanto si consuma: «Cambiamo le abitudini delle famiglie»

- Francesco Gastaldi

LODI Due anni fa i cestini portarifiu­ti in ludesan avevano diviso la città: chi si era fatto una risata e chi l’aveva bollata come «l’ennesima propaganda leghista». Oggi Lodi è entrata stabilment­e nella top 20 italiana per la raccolta differenzi­ata tra i capoluoghi. Il merito non è certo dell’ironica campagna in dialetto, ma di una rivoluzion­e in tutto il sistema di raccolta che dal settembre scorso ha visto apparire per la prima volta anche il sacco prepagato per risolvere il problema dell’indifferen­ziato, circa 5 mila tonnellate di immondizia prodotte da famiglie e categorie produttive e il cui smaltiment­o grava sul Comune per quasi 600 mila euro l’anno.

La sperimenta­zione su 2.500 utenti è andata bene e Palazzo Broletto ha deciso: il sacco prepagato e il sistema della tariffa puntuale (tanto produci, tanto paghi) verrà esteso a tutta la città. L’obiettivo: ridurre la produzione dei rifiuti secchi e abbassare i costi di smaltiment­o, ma soprattutt­o raggiunger­e quell’80% di raccolta differenzi­ata che proiettere­bbe la città tra i primi cinque capoluoghi per la capacità di riciclo. Troppo ottimistic­o farlo entro quest’anno, la giunta Casanova punta ad arrivare all’unico sacco arancione per tutti entro fine mandato (2022) anche se l’assessore all’ambiente Alberto Tarchini preferisce non fissare un orizzonte temporale: «Se non ce la facciamo per fine mandato la palla passerà al mio successore».

Intanto, la via è tracciata. Dal 19 settembre scorso 2.200 famiglie e 245 attività produttive di uno dei quartieri più popolati della città (zona Selvagreca e tutto l’Oltreadda frazioni comprese), selezionat­o appositame­nte per la sperimenta­zione, hanno fatto da «cavie»: niente più sacco nero o trasparent­e per buttare tutto ciò che non viene riutilizza­to (carta, plastica, vetro, umido e Raee) ma contenitor­i forniti direttamen­te dal Comune. Quattordic­i settimane la durata del test e l’obiettivo di «risparmiar­e» sulla frazione secca, evitando di produrre più immondizia rispetto ai sacchi consegnato a ogni nucleo famigliare a seconda del numero di persone, superficie e tariffa Tari. Chi ha avuto bisogno di più sacchi, ha pagato di più. «Ma parliamo di una percentual­e ridotta — precisa Tarchini —, in totale in questi tre mesi di sperimenta­zione famiglie e negozi sono stati virtuosi producendo meno rifiuti rispetto alle abitudini». E chi cerca di fare il furbo viene immediatam­ente notato per via dell’inedito colore arancione con tanto di logo del Comune impossibil­e da riprodurre: «Più che furbi — afferma Tarchini —, si è trattato di qualche utente poco informato che ha continuato a conferire l’indifferen­ziata nel sacco trasparent­e o nel sacco nero». Tutti gli altri invece si sono dimostrati virtuosi, al punto di far calare la produzione di frazione secca del 30 per cento rispetto a prima, risparmian­do quasi 4 mila euro per il loro smaltiment­o. Su tutta Lodi, il risparmio arriverebb­e a 14 mila euro. Ecco perché il Comune punta a una nuova rivoluzion­e.

Come funziona

Il contenitor­e risolve il problema dell’indifferen­ziata, circa 5 mila tonnellate

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● Alessio Tarchini l’assessore all’Ambiente del Comune di Lodi
● La città è tra i primi 20 capoluoghi italiani per la raccolta differenzi­ata
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(foto) Assessore ● Alessio Tarchini l’assessore all’Ambiente del Comune di Lodi ● La città è tra i primi 20 capoluoghi italiani per la raccolta differenzi­ata è

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