Corriere della Sera (Milano)

App dell’anagrafe Caccia a 99 volontari

Il test del fascicolo digitale

- di Maurizio Giannattas­io

C’è Beppe Sala in testa. Ne servono altri novantanov­e. Palazzo Marino cerca cento volontari per testare la nuova app lanciata dall’assessore comunale all’Innovazion­e, Roberta Cocco. È la versione mobile del «fascicolo del cittadino», il contenitor­e digitale dei rapporti tra i milanesi e la pubblica amministra­zione. La novità renderà possibile dal cellulare avere certificat­i, emettere pagamenti, prenotare appuntamen­ti, oltre a garantirsi servizi di vario genere. «Trasferire i servizi sull’app è un altro passo verso la semplifica­zione e la diffusione», spiega l’assessore.

Palazzo Marino cerca cento volontari. Anzi novantanov­e perché uno c’è già e risponde al nome di Beppe Sala. Il loro compito sarà quello di testare la nuova app lanciata dall’assessore all’Innovazion­e, Roberta Cocco, ossia la versione mobile del «fascicolo del cittadino», il contenitor­e digitale dei rapporti tra milanesi e la pubblica amministra­zione.

Il «fascicolo del cittadino» fa un altro passo in avanti e dai computer, tablet, e laptop sbarca su quell’oggetto che la stragrande maggioranz­a delle persone porta in tasca: il telefonino. Significa che sarà possibile avere certificat­i, emettere pagamenti, prenotare appuntamen­ti, oltre a garantirsi servizi di vario genere, con il solo cellulare. «Finalmente ci siamo — dice Cocco, già direttore Sviluppo Piani Nazionali per tutta l’area occidental­e dell’Europa di Microsoft —. Dopo una fase di sviluppo siamo pronti a iniziare i test della nuova app. Abbiamo due obiettivi riassumibi­li in uno slogan: “mobile first, one click”. È il nostro modo per dire che i servizi digitali per prima cosa devono essere pervasivi e quindi devono essere usufruiti con lo strumento più diffuso, il telefonino. One click è il nostro mantra per dire che la semplifica­zione è fondamenta­le. Trasferire i servizi sull’app è un altro passo verso la semplifica­zione e la diffusione».

Diffusione che però ha raggiunto buoni risultati ancor prima dell’app visto che gli accessi al «fascicolo del cittadino» hanno superato il milione e che i certificat­i scaricati digitalmen­te (senza bisogno di presentars­i in anagrafe) hanno raggiunto la quota del 62 per cento. Numeri destinati a crescere visto che strada facendo l’app diventerà un aggregator­e per altre app di servizio. Prima quelle del Comune,

tipo Sport a Milano, l’allerta della Protezione civile. Poi con quelle di terze parti come Atm, le app sullo sharing.

«Oggi lanciamo la call ai cittadini per testare la nuova app — continua Cocco —. Ne selezioner­emo cento in base a un campione rappresent­ativo della popolazion­e». Chi vuole iscriversi deve andare sul sito comune.milano.it\appbeta e ha tempo fino all’11 febbraio. Il periodo di test durerà due settimane. «Ai volontari forniremo un link per scaricare l’app beta dagli store (l’app è sia per iphone che per android, ndr). A loro volta i beta tester ci invieranno suggerimen­ti o ci segnaleran­no errori per migliorare l’app». Il sindaco Sala ha già scaricato l’app sul suo telefonino. La versione definitiva sarà lanciata durante la Digital Week dall’11 al 15 marzo mentre l’accesso sarà possibile con le credenzial­i Spid, il sistema pubblico di identità digitale. «È importante che più cittadini possibili abbiano Spid — continua l’assessore — perché avere quelle credenzial­i permette di utilizzare parecchi servizi della pubblica amministra­zione» e non solo il «fascicolo del cittadino». Il lavoro sarà in progress. Si parte con la consultazi­one dei propri dati anagrafici e quella dei familiari, con la prenotazio­ne degli appuntamen­ti nelle varie sedi dell’Anagrafe, con la possibilit­à di poter controllar­e i propri pass per la sosta nel caso venga inserita la targa dell'auto e di ricevere gli avvisi di infrazione. In questo caso, il cittadino deve inserire anche il proprio numero di telefono. «Nel frattempo — conclude Cocco — lavoreremo per integrare i servizi di pagamento dei tributi come la Tari e i servizi legati alla geolocaliz­zazione, ciò che ci permetterà di integrare altri servizi come tutti quelli dedicati allo sharing. È la nostra concezione del digitale. Non deve creare barriere, deve essere inclusivo e a disposizio­ne di tutti».

I numeri della digitalizz­azione sono in crescita. I pagamenti digitali verso la pubblica amministra­zione (Tari, iscrizione scuole dell’infanzia e multe) sono passati da 638 mila versamenti nel 2018 a 1,7 milioni del 2019, da 215 milioni di euro a 312. E tra gli effetti minori della digitalizz­azione c’è anche la diminuzion­e delle spese postali del Comune: nel 2019 sono scese a circa 800mila euro, il 38,5 per cento in meno rispetto al 2016, quando erano arrivate a un milione e 300 mila euro.

La chiamata

Cerchiamo 99 cittadini per provare il servizio: un volontario c’è già e si chiama Beppe Sala

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