La stoccata del sindaco al Pd sul caso Craxi
Ira di Stefania: me l’aspettavo. Ma Bobo: Sala in buona fede. Barberis: spero ancora nella targa
«Una gestione discutibile del dibattito». Beppe Sala aggiunge una puntata alla telenovela intorno al ventennale della morte di Bettino Craxi. Lunedì il Pd, spaccato al suo interno, aveva rimandato la decisione sull’ipotesi di una targa-ricordo, da affiggere eventualmente fuori dall’abitazione milanese dell’ex leader socialista in via Foppa 5, alla «disponibilità della giunta». Ma Sala non ci sta a gestire in proprio la «patata bollente» scaricatagli dal Pd. «Constato che proprio non si riesce a dibattere con sufficiente serenità della figura del leader socialista. Il mio invito a discuterne in Consiglio comunale è finito nel nulla (nella mia comprovata lealtà verso il Pd mi permetto di dire che questa volta la gestione è stata veramente discutibile). Per cui adesso si pretende che io decida. Cosa poi? Se intitolargli una via? Se apporre una targa sulla casa dove abitò? È tutta qui la riflessione?», il commento del sindaco. Decidere di non decidere non serve comunque a placare le polemiche. Stefania Craxi attacca duramente l’amminstrazione. «Nulla di nuovo sotto i cieli di Milano. La discussione non ha registrato, come prevedibile, nulla di nuovo. Un sindaco che invoca un dibattito da ben tre anni e poi non si presenta in aula, trincerandosi dietro l’ormai stantia formula di rito. Una maggioranza divisa e, soprattutto, un Pd che invoca sobrietà senza rendersi conto che l’unica ubriacatura è la loro, sbronzi come sono di un giustizialismo di maniera e di un moralismo d’accatto, oggi accentuato dalla ricerca spasmodica di un’alleanza locale e nazionale con i pentastellati i quali come da copione, non potevano che buttare tutto in offese e mistificazioni». Bobo Craxi crede invece nella buona fede del sindaco Sala. «È semmai una parte del Pd che soffre di un rigurgito di sovietismo — dice — . Nel partito è in atto uno scontro di civilità e sta prevalendo l’ala di derivazione comunista e giustizialista. Comunque la storia è una cosa seria e non si gioca sulla memoria di una persona che riguarda milioni di persone in questo paese. Attenti — avverte — a non offendere una comunità come quella socialista di Milano».
Il capogruppo del Pd Filippo Barberis è l’uomo finito nel mirino. Lui è un riformista, a favore della targa-omaggio e della sponsorizzazione del gruppo pd al convegno sulla figura di Craxi organizzato dai Giovani dem per fine mese. «Mi auguro che il dibattito — dice Barberis il giorno dopo, sperando di stemperare i contrati — proceda in altre sedi, meno esposte alle dinamiche del voto d’aula». Per quanto riguarda l’ipotesi della targa «abbiamo aperto a una valutazione da parte della giunta. Ora però basta polemiche, c’è il bilancio da approvare».
Giuseppe Sala
Il mio invito a discuterne in Aula è finito nel nulla: non credo che sia giusto risolvere la questione con vie o targhe
Bobo Craxi Credo al sindaco ma noto un rigurgito di sovietismo del Pd nonostante la giovane età dei consiglieri
Stefania Craxi Il sindaco invoca il dibattito da tre anni ma poi non si presenta neppure, trincerato dietro formule di rito