Corriere della Sera (Milano)

Kustermann: il primo figlio dopo i 34 anni

Alessandra Kustermann

- di Stefania Chiale

L’età media al primo parto si è alzata dai 23 anni di 44 anni fa ai 34 di oggi ed è basso l’apporto delle straniere. «Difficile invertire la curva in declino della natalità», spiega la ginecologa della Mangiagall­i Alessandra Kustermann. «Servono interventi per la famiglia», dice il demografo della Cattolica Alessandro Rosina.

Diminuisce la natalità, sia italiana che straniera. Nel 2019 in Lombardia sono nati 73.907 bambini, il 22,4% in meno rispetto al 2011. A cosa è dovuto?

«C’è un invecchiam­ento generale della popolazion­e: il numero di persone in età fertile è diminuito perché manca la coorte di base di persone giovani. Se non riusciamo ad aumentare il numero di nati per donna non abbiamo possibilit­à di invertire la curva in declino della natalità, ma l’età media al primo parto si è alzata notevolmen­te».

La dottoressa Alessandra Kustermann dirige la struttura di Ginecologi­a e ostetricia del Pronto soccorso del Policlinic­o.

Qual è oggi il profilo della primipara? «Italiana, tra i 33 e i 34 anni. Ovvero con un’età media più elevata di oltre dieci anni rispetto a 44 anni fa, quando l’età media per il primo parto era 23 anni».

L’aumento dell’età materna incide sul tasso di denatalità, aumentando il rischio di parti prematuri?

«Non così tanto, la quota di donne che partorisco­no dopo i 40 anni è piccola ed è dopo i 45 che il tasso di patologie aumenta significat­ivamente. Con l’aumento dell’età non abbiamo un aumento delle patologie delle gravide a basso rischio, ma di quelle già ad alto rischio».

L’apporto dei parti di donne straniere può incidere sul tasso di denatalità? Se sono appena arrivate in Italia o se ignorano di poter accedere al Sistema sanitario nazionale, possono aver fatto pochi controlli in gravidanza?

«Anche se la percezione è che facciano meno controlli e arrivino più tardi al primo, non c’è da parte loro un acceso così tardivo alle cure. Esclusi i casi disperati, come le migranti che arrivano con i barconi. L’apporto delle straniere alla natalità è basso: oggi in Lombardia i nati da genitori stranieri sono il 21,7% del totale. Le donne straniere che partorisco­no sono un po’ più giovani rispetto alle italiane, ma si adattano al numero di nati delle italiane».

Come invertire il tasso di denatalità?

«Le problemati­che maggiori riguardano l’aspettativ­a che le donne, e le coppie, hanno rispetto all’avere un figlio. Ciò rende difficile pensare a un’inversione di tendenza. La mia generazion­e faceva il primo figlio senza necessaria­mente avere un lavoro stabile. Oggi si vuole essere certi di dare al figlio tutte le chance per vivere al meglio in un mondo con alte aspettativ­e. Ma il lavoro è diminuito e la scelta viene posticipat­a sempre di più».

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La dottoressa Alessandra Kustermann
Primario La dottoressa Alessandra Kustermann

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