Ruderi in vendita, l’affare è in cascina
Ex scuole e palazzi: 51 edifici sul mercato. Le mosse di Conservatorio e Belle arti
Alcuni erano sfuggiti a qualsiasi censimento, altri erano abbandonati da anni, altri ancora erano pezzi di muro senza neanche il numero civico. Ci sono voluti mesi e un lungo lavoro per portare a termine la mappatura degli immobili di Palazzo Marino degradati e in qualche caso dimenticati dalle amministrazioni precedenti. In tutto sono 271 e dentro c’è di tutto, dalle cascine, ai palazzi diroccati, a porzioni di muro. L’assessore Tasca ne ha selezionati 51 che verranno messi a bando. Due i criteri per portarsi a casa la concessione di 18 anni: la ristrutturazione a proprie spese, ma soprattutto il tipo di attività che si andrà a fare dove l’interesse pubblico sarà determinante.
Alcuni erano sfuggiti a qualsiasi censimento, altri erano abbandonati da anni, altri ancora erano pezzi di muro senza neanche il numero civico. Ci sono voluti mesi e un lungo lavoro da parte dei dipendenti del Demanio per portare a termine la mappatura degli immobili di Palazzo Marino degradati e in qualche caso dimenticati dalle amministrazioni precedenti. In tutto sono 271 e dentro c’è di tutto, dalle cascine, ai palazzi diroccati, a porzioni di muro. L’assessore Roberto Tasca, da questo mucchio, ne ha selezionati 57. Prima ha fatto circolare la lista tra gli altri assessori, casomai qualcuno volesse farsene carico per servizi del proprio assessorato. Sei sono stati prenotati. Ne restano 51 che Tasca metterà a bando in attesa delle manifestazioni di interesse. L’obiettivo non è quello di far cassa, quanto quello di recuperare spazi degradati e di rivitalizzare parti del territorio. Infatti, come spiega l’assessore le condizioni per portarsi a casa in concessione gli spazi sono due: la ristrutturazione a proprie spese, ma soprattutto il tipo di attività che si andrà a fare dove l’interesse pubblico avrà chiaramente un punteggio maggiore. «L’aspetto prevalente è rivitalizzare aree del territorio abbandonate al degrado — spiega Tasca —. Non abbiamo fatto una stima economica delle aree selezionate perché il primo obiettivo è riqualificare l’immobile e avere un’attività identificabile come interesse pubblico».
Nella lista dei 57 ci sono parecchie cascine e alcune ex scuole. A partire da una porzione consistente di Cascina Monluè (circa 17 mila metri quadrati), la cascina «Cort de Colombin» in via Lampugnano
170, la cascina Campazzino in via Campazzino 90, la cascina Ortelli di via Fratelli Rizzardi 19, quel che resta della cascina Caimi in via Aldini 48. Tra gli ex edifici scolastici c’è quello di corso XXII Marzo 59/A, di via Ippodromo 30, via Benigno Crespi 40, via Amoretti 65. Ma l’elenco comprende anche due immobili che hanno già destato delle manifestazioni d’interesse informali. La prima riguarda tre numeri civici in via Conca del Naviglio, il 17, il 19 e il 21, situati in mezzo al parco dell’Anfiteatro romano. Era stata la stessa soprintendente Antonella Ranaldi a spiegare che gli edifici potrebbero essere utilizzati per una sede museale con spazi espositivi e servizi di ristorazione. La seconda riguarda, la palazzina «ex chimici», quel che rimane delle storiche acciaierie Redaelli a Rogoredo. Il Conservatorio intende realizzarci il suo campus. La disponibilità del Comune è stata formalizzata a fine luglio da una lettera firmata dal sindaco Beppe Sala con la quale si riconosce la Conservatorio la possibilità di disporre delle aree. Quindi due progetti che corrispondono perfettamente ai criteri adottati dal Comune per la concessione.
Tasca porterà la delibera con i termini del bando già venerdì prossimo. Contemporaneamente
La giunta
Sei strutture sono state dichiarate d’interesse dagli assessorati Bando per le altre
l’assessore farà caricare sul sito del Comune le schede tecniche degli immobili. L’intenzione è di mantenere aperto il bando il più lungo possibile, almeno 120 giorni. «È un esperimento mai fatto prima — dice Tasca — per questo è importante tenere il bando aperto il più a lungo possibile». La concessione avrà una validità di 18 anni. «In questo modo chi prende il bene può rientrare degli investimenti. In qualche caso potremmo anche vendere. Se già riuscissimo a riqualificare una ventina di immobili sarei contento». Anche perché con i fondi incassati dall’affitto degli immobili più appetibili si potranno riqualificare quelli messi peggio.