Linee spostate e navette I disagi per i pendolari
La riorganizzazione della rete
Bus sostitutivi, cancellazioni e ritardi, la settimana dei pendolari sarà all’insegna della «riprogrammazione». L’incidente del Frecciarossa alla stazione di manutenzione di Livraga di giovedì sulla linea d’alta velocità, costato la vita ai due macchinisti, ha una lunga coda di disagi per il traffico ferroviario verso Lodi, Piacenza, Cremona e Mantova. L’impossibilità di usare la linea ha comportato lo spostamento dei treni Frecciarossa e Italo sul tratto di ferrovia «convenzionale» (con ritardi fino a 45 minuti e soppressioni), e ha imposto modifiche anche alla programmazione dei treni pendolari. Una variazione che durerà «fino al termine degli accertamenti dell’autorità giudiziaria e al ripristino dell’infrastruttura», come indica Rfi. In particolare, subiscono modifiche importanti la linea S1 Lodi-Saronno e la linea S12 Milano Bovisa Fnm-Melegnano, sulle quali i treni regionali sono limitati a Melegnano e Milano Rogoredo. Trenord ha predisposto un servizio di bus per il tratto di linea cancellato, prevedendo fermate straordinarie per alcuni treni della direttrice Milano-Piacenza nelle stazioni intermedie di Tavazzano, San Zenone e
Melegnano. I treni regionali Milano-Piacenza viaggiano invece in modo regolare, ma con cancellazioni e ritardi. Eppure, a fronte di una situazione non agevole, le polemiche lasciano il posto a un rispettoso silenzio. Del resto, i pendolari del Lodigiano e della Bassa hanno fatto esperienza di disagi ben maggiori in altre occasioni, per motivi ben più banali. L’incertezza riguarda però i tempi di ripristino della linea. A oggi l’area è ancora sotto sequestro. Le grandi
Silenzioso rispetto Nonostante ritardi e cancellazioni, chi viaggia ha preferito non fare polemiche
gru che rimuoveranno la carcassa del treno sono in avvicinamento, e una di queste è stata fatta entrare nella zona delimitata dal nastro bianco e rosso. Ma i lavori per rimettere in funzione la linea sembrano più lunghi di quanto prospettato, forse tre settimane, forse più, secondo i tecnici sul luogo del disastro. Se così fosse, il ritorno alla normalità per i pendolari non avverrebbe prima di marzo.