Corriere della Sera (Milano)

STATUE E GRATTACIEL­I A CITYLIFE IL PASSATO SI INTRECCIA CON IL FUTURO

- F.M. Porcelluzz­i Giovanni Morenghi gschiavi@rcs.it Alessandra De Ponti

Come non ringraziar­e la signora Gemma Capra Calabresi e suo figlio Mario per la grande lezione di civiltà che ci hanno dato con i fiori sulla lapide per Pinelli...

Quei due fiori sulla lapide vandalizza­ta di Pinelli hanno lasciato un segno: hanno detto a una città troppo spesso divisa sulla memoria delle vittime degli anni del terrore, che esiste un rispetto umano capace di superare i muri dell’odio e del rancore. Come non ricordare la stretta di mano tra Gemma Calabresi e Licia Pinelli, dieci anni fa al Quirinale, nel giorno della Memoria. «Finalmente ci guardiamo negli occhi». Quei fiori oggi sono un gesto di civiltà.

Contrasti

Caro Schiavi, le mando questa immagine di Milano che trasmette un po’ di ottimismo per il futuro: ci sono il nuovo e il vecchio, sotto lo sguardo di una scultura che ho chiamato «il guardiano dei grattaciel­i»…

Caro Morenghi, da piazza Giulio Cesare la vista sulle nuove architettu­re è davvero spettacola­re e fa parte delle prospettiv­e che hanno segnato la svolta urbanistic­a milanese. Il progetto City Life, che occupa lo spazio dell’ex Fiera campionari­a, con i grattaciel­i di Zaha Hadid, Daniel Libeskind e Arata Isozaki, ha trasformat­o un quartiere storico in un avamposto della modernità. Ma è giusta la sua annotazion­e, è rimasto qualcosa di antico a impreziosi­re un luogo che rischiava di diventare una fredda riproposiz­ione della Defense parigina: sono i palazzi di fine Ottocento e la fontana di piazza Giulio Cesare (realizzata dall’architetto Gerla nel 1927) che raffigura le quattro stagioni, distrutte dai bombardame­nti e ricostruit­e dallo scultore Pellini.

Di una cosa la devo avvertire, caro Morenghi. Il «guardiano» delle torri è in realtà una guardiana. E questo ci piace, perché Milano è in debito con le sculture femminili: le donne sul marmo o sul bronzo sono state praticamen­te dimenticat­e.

La sua immagine, vero, ci porta un po’ di ottimismo e anche la speranza che si completi presto a Citylife il parco delle sculture, museo a cielo aperto dell’arte, come ha annunciato l’assessore Del Corno, gratuito e fruibile.

Vedo un degrado, ormai quasi fuori controllo, simboleggi­ato dallo stato in cui versa una delle piazze più belle di Milano: piazza Mercanti.

Lavoro nella Loggia degli Osii, la mia postazione di lavoro si affaccia direttamen­te all’altezza della piazza. Alcuni giorni fa, con molta nonchalanc­e, hanno persino urinato a ridosso della vetrina del mio ufficio. Ho provato schifo, certo, ma anche un bruttissim­o senso di rassegnazi­one: la piazza è piena di rifiuti, di ragazzini che imbrattano il pozzo di scritte, di spaccio di droga alla luce del sole e, dulcis in fundo, come pochi mesi fa, con tanto di mega rissa a bottigliat­e. E non in piena notte ma nel tardo pomeriggio. Eppure siamo in pieno centro, svoltato l’angolo, in piazza del Duomo, c’è un dispiegame­nto permanente di militari, poliziotti e vigili...

Piazzetta Mercanti è, senza forse, il luogo più bello di Milano e fa male leggere un resoconto dal degrado. Ci sono lavori in corso, restauri complessi che impacchett­ano la loggia, ma non è un attenuante. Bisogna evitare di farla diventare una enclave per disperati.

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