STATUE E GRATTACIELI A CITYLIFE IL PASSATO SI INTRECCIA CON IL FUTURO
Come non ringraziare la signora Gemma Capra Calabresi e suo figlio Mario per la grande lezione di civiltà che ci hanno dato con i fiori sulla lapide per Pinelli...
Quei due fiori sulla lapide vandalizzata di Pinelli hanno lasciato un segno: hanno detto a una città troppo spesso divisa sulla memoria delle vittime degli anni del terrore, che esiste un rispetto umano capace di superare i muri dell’odio e del rancore. Come non ricordare la stretta di mano tra Gemma Calabresi e Licia Pinelli, dieci anni fa al Quirinale, nel giorno della Memoria. «Finalmente ci guardiamo negli occhi». Quei fiori oggi sono un gesto di civiltà.
Contrasti
Caro Schiavi, le mando questa immagine di Milano che trasmette un po’ di ottimismo per il futuro: ci sono il nuovo e il vecchio, sotto lo sguardo di una scultura che ho chiamato «il guardiano dei grattacieli»…
Caro Morenghi, da piazza Giulio Cesare la vista sulle nuove architetture è davvero spettacolare e fa parte delle prospettive che hanno segnato la svolta urbanistica milanese. Il progetto City Life, che occupa lo spazio dell’ex Fiera campionaria, con i grattacieli di Zaha Hadid, Daniel Libeskind e Arata Isozaki, ha trasformato un quartiere storico in un avamposto della modernità. Ma è giusta la sua annotazione, è rimasto qualcosa di antico a impreziosire un luogo che rischiava di diventare una fredda riproposizione della Defense parigina: sono i palazzi di fine Ottocento e la fontana di piazza Giulio Cesare (realizzata dall’architetto Gerla nel 1927) che raffigura le quattro stagioni, distrutte dai bombardamenti e ricostruite dallo scultore Pellini.
Di una cosa la devo avvertire, caro Morenghi. Il «guardiano» delle torri è in realtà una guardiana. E questo ci piace, perché Milano è in debito con le sculture femminili: le donne sul marmo o sul bronzo sono state praticamente dimenticate.
La sua immagine, vero, ci porta un po’ di ottimismo e anche la speranza che si completi presto a Citylife il parco delle sculture, museo a cielo aperto dell’arte, come ha annunciato l’assessore Del Corno, gratuito e fruibile.
Vedo un degrado, ormai quasi fuori controllo, simboleggiato dallo stato in cui versa una delle piazze più belle di Milano: piazza Mercanti.
Lavoro nella Loggia degli Osii, la mia postazione di lavoro si affaccia direttamente all’altezza della piazza. Alcuni giorni fa, con molta nonchalance, hanno persino urinato a ridosso della vetrina del mio ufficio. Ho provato schifo, certo, ma anche un bruttissimo senso di rassegnazione: la piazza è piena di rifiuti, di ragazzini che imbrattano il pozzo di scritte, di spaccio di droga alla luce del sole e, dulcis in fundo, come pochi mesi fa, con tanto di mega rissa a bottigliate. E non in piena notte ma nel tardo pomeriggio. Eppure siamo in pieno centro, svoltato l’angolo, in piazza del Duomo, c’è un dispiegamento permanente di militari, poliziotti e vigili...
Piazzetta Mercanti è, senza forse, il luogo più bello di Milano e fa male leggere un resoconto dal degrado. Ci sono lavori in corso, restauri complessi che impacchettano la loggia, ma non è un attenuante. Bisogna evitare di farla diventare una enclave per disperati.