Lodi, anche Rfi entra nell’inchiesta
Oggi e domani i funerali dei due macchinisti morti
C’è anche Rete Ferroviaria Italiana tra gli indagati per il disastro del Frecciarossa di giovedì scorso a Ospedaletto Lodigiano: per il procuratore di Lodi Domenico Chiaro «si può ipotizzare una responsabilità amministrativa, ma questo è un passaggio quasi automatico». Si complica intanto il quadro del trasporto nazionale e regionale su ferro, al quinto giorno di chiusura della linea ad Alta velocità tra Piacenza e Lodi, con numerosi ritardi e cancellazioni. Oggi e domani si terranno i funerali dei due macchinisti rimasti uccisi nel deragliamento.
La Procura di Lodi indaga anche Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) per il disastro del Frecciarossa di giovedì scorso a Ospedaletto Lodigiano. Il nome dell’azienda è comparso nel registro degli indagati come «passaggio quasi automatico». Intanto si complica il quadro del trasporto nazionale e regionale su ferro, al quinto giorno di chiusura della linea ad Alta Velocità tra Piacenza e Lodi, con numerosi ritardi e cancellazioni. Oggi e domani i funerali dei due macchinisti rimasti uccisi nel deragliamento.
Dopo gli interrogatori dei cinque tecnici di Rfi che la notte prima dell’incidente lavorarono sui binari, tutti indagati dalla Procura anche se materialmente solo due di essi operarono sullo scambio che si ritiene abbia causato il deragliamento, ieri anche la società proprietaria e gestore dell’infrastruttura è finita sul registro degli indagati. Per il Procuratore di Lodi Domenico Chiaro «si può ipotizzare una responsabilità amministrativa ai sensi della legge 231 del 2001, ma questo è un passaggio quasi automatico». La norma richiamata ipotizza la responsabilità dell’ente nel caso in cui suoi dipendenti commettano un reato a causa di un modello organizzativo o gestionale non idoneo a prevenirlo o per omessa o insufficiente vigilanza.
Anche ieri sono proseguiti sul luogo del disastro i sopralluoghi per i rilievi da parte della polizia scientifica, del Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer, e dei consulenti nominati dalla Procura. L’area, per un perimetro più ampio di quella sotto sequestro, è rimasta interdetta agli estranei per gran parte della giornata. Ancora nessuna novità però sul dissequestro della zona del disastro, atto atteso anche da Rete ferroviaria italiana per iniziare le operazioni di ripristino della linea, indispensabile ai fini di un ritorno alla normalità della circolazione ferroviaria nazionale e regionale.
Da giovedì tutti i treni Frecciarossa, Italo e Intercity sono infatti dirottati sulla linea convenzionale del trasporto regionale. Ieri i ritardi medi dei treni Alta velocità tra Bologna e Milano sono stati di 40 minuti, con pesanti ripercussioni anche sui convogli regionali, tra cancellazioni e ritardi diffusi. I pendolari, che di fronte alla tragedia avevano sopportato i disagi in silenzio la settimana scorsa, cominciano ora a dare qualche segno di impazienza, con le prime proteste e lamentele destinate ai social.
Intanto oggi alle 15,30, nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe a Cologno Monzese, i funerali di Giuseppe Cicciù, il macchinista 51enne morto nel deragliamento del Frecciarossa insieme al collega Mario Dicuonzo. Le esequie del collega, 59 anni, si terranno invece domani alle 15 nella parrocchia Maria Regina di Pioltello. Entrambe le salme partiranno dalla camera mortuaria dell’ospedale Maggiore di Lodi dove si trovano da giovedì.
Disagi
Ieri la media dei ritardi dei treni sulla linea dell’Alta Velocità è stata di 40 minuti