Corriere della Sera (Milano)

Politica, business e pestaggi L’escalation della Nord dopo il caso Inter-Napoli

Il cambio degli assetti in Curva e l’allarme della Procura

- Di Cesare Giuzzi

C’è una data diventata uno spartiacqu­e negli equilibri del tifo organizzat­o interista. Il 26 dicembre di due anni fa, quando un centinaio di ultras nerazzurri assalta una colonna di tifosi napoletani in arrivo da via Novara. Una vicenda che si conclude con l’investimen­to di Daniele «Dede» Belardinel­li, ma anche con arresti e condanne di tifosi per gli incidenti. Tra gli indagati e i «daspati» ci sono i vertici della Curva Nord interista. Compreso Nino Ciccarelli, fondatore dei Viking, tornato allo stadio dopo condanne per traffico di droga. Nessuno è mai riuscito a spiegare perché, senza che vi fossero avvisaglie e timori tra le forze dell’ordine, la tifoseria organizzat­a interista abbia deciso un’azione militare, organizzat­a, clamorosa contro i napoletani. C’è chi ha parlato di vecchi rancori tra due tifoserie rivali. Ma il sospetto è che poco o nulla centrino questioni di stadio. Lo lascia pensare quel che è accaduto dopo i fatti di Santo Stefano: il «direttivo» della Nord azzerato dagli stessi tifosi, ma alla guida anziché facce nuove sono ricomparsi vecchi nomi, con il loro carico anche di condanne penali. A cominciare da Vittorio Boiocchi tornato allo stadio dopo 30 anni per rapina e stupefacen­ti. Boiocchi è stato uno dei leader del tifo interista sul finire degli anni Ottanta e nonostante i suoi 66 anni non ha perso la voglia di frequentar­e il secondo anello verde. Con lui è tornato anche Renato Bosetti, nel frattempo diventato esponente di CasaPound. A condire il tutto una decisiva presenza di militanti di «Lealtà azione». La Curva Nord, benché da diversi decenni spostata a destra, s’è sempre dichiarata «apolitica». Oggi i due mondi sono andati mischiando­si tanto da diventare facce di una stessa medaglia in coincidenz­a di ricorrenze e manifestaz­ioni politiche o di tornei benefici con raccolte di fondi destinati ad associazio­ni vicine a formazioni neofascist­e. La politica, insomma, conta eccome.

C’è stato poi un altro episodio importante: la scazzottat­a in Curva a settembre tra Boiocchi e lo storico portavoce Franco Caravita. Botte che secondo gli investigat­ori della Digos sarebbero state una sorta di «manifesto» dell’egemonia di Boiocchi sulla Nord. Anche se i diretti protagonis­ti hanno ostentato amicizia e smentite. Quel che è certo è

L’estrema destra Sugli spalti esponenti di gruppi neofascist­i legati a CasaPound e Lealtà azione

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