«Basta centri commerciali» A Cremona una petizione per salvare i piccoli negozi
Raccolta firme da domani. Il sindaco: troveremo un accordo
I negozi chiudono,
CREMONA lentamente uccisi, oltre che dalle vendite online, dai centri commerciali e dalle medie strutture. Confesercenti ora dice basta, accusa il Comune e lancia una iniziativa senza precedenti: una petizione per salvare il cuore di Cremona. «Abbiamo deciso di avviare una raccolta firme rivolta sia agli operatori commerciali e del terziario, sia ai cittadini che lavorano o risiedono in città, affinché la giunta intervenga urgentemente, attivando, da subito, misure che possano salvaguardare e tutelare il commercio di vicinato, introducendo una moratoria agli insediamenti di medie e grandi strutture di vendita», spiega il presidente Agostino Boschiroli, il quale, per dare una idea della pesante crisi che ha messo in ginocchio il commercio, snocciolai dati. E sono numeri allarmanti che fotografano l’impennata, negli ultimi tre anni, delle medie strutture di vendita a scapito dei negozi: +11 % il primo dato, - 3,2% il secondo. Inoltre, in rapporto alla popolazione, a Cremona sono cresciuti del 33,4% i metri quadrati di media distribuzione commerciale (893 metri quadrati ogni 1.000 abitanti) ovvero, sei volte l’aumento che si è registrato a Milano (+5,7%).
«Ci fosse la previsione di un aumento dei consumi e di una crescita demografica, forse questo aumento esponenziale di medie distribuzioni di vendita a Cremona avrebbe un senso — sottolinea Boschiroli —, ma non mi pare che ci siano questi presupposti. Chiediamo una pianificazione degli interventi, attraverso un confronto con l’amministrazione che non sia solo un’informativa delle cose già decise, ma una reale partecipazione. Quello che non vogliamo è che domani un qualsiasi soggetto proprietario di un’area decida di chiedere al Comune un cambio di destinazione d’uso, magari da produttiva a commerciale e che il Comune glielo conceda. A Cremona stiamo assistendo ad una deregulation e ad un proliferare di centri commerciali con il rischio che da qui a qualche anno si fagociteranno a vicenda, come già sta avvenendo in altre città, creando seri problemi sociali». E poi, far morire il centro storico con le vetrine che si spengono «comporta anche una minore sicurezza». Da qui, la petizione con la quale si chiede al sindaco Galimberti di «adottare i provvedimenti urbanistici per bloccare la nascita di nuove medie e grandi strutture di vendita», di «aumentare gli investimenti sul commercio di vicinato in centro storico e in periferia», di «favorire l’insediamento di poli attrattivi e di nuove attività in centro storico, valorizzando il patrimonio immobiliare presente, favorendo l’accessibilità».
La raccolta firme durerà un mese: primo appuntamento tra i banchi del mercato degli ambulanti, ma si potrà firmare anche nella sede di Confesercenti. Il pacchetto arriverà sulla scrivania del sindaco Gianluca Galimberti . «Non è vero che non possono dire di no a nuovi insediamenti — conclude Boschiroli —. Chiediamo quale sia il nostro futuro. I piccoli commercianti hanno già messo in atto tutto quello che potevano fare, ma non basta».
«Ogni azione verrà condivisa condivisa con le associazioni di categoria, commercianmti e artigiani», assicura il sindaco Galimberti.
L’appello
«Ci rivolgiamo sia agli operatori del settore sia ai residenti del centro città»