Corriere della Sera (Milano)

App, test di qualità e «balconisti» I gruppi di volontari a caccia di smog

Massima di 20°. Picchi di veleni tre giorni su 4

- di Sara Bettoni Online Sul sito Internet milano. corrriere,it

Il vaso sul balcone in realtà è un «naso» che annusa l’aria e ne valuta la qualità. Sulle ringhiere spuntano centraline fai-da-te, che calcolano lo smog ogni manciata di minuti. E sui pali della luce sbocciano rilevatori per misurare il biossido di azoto. Dietro a questa rete diffusa, capillare e un po’ disordinat­a si muove un esercito di «cacciatori dello smog». Associazio­ni, neonate startup o sempliceme­nte gruppi di amici, spesso in contatto tra loro e che sottolinea­no: «Non vogliamo sostituirc­i ai tecnici di Arpa». Le centraline dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente sono la fonte ufficiale dei dati su polveri sottili e altri inquinanti a Milano, dove ieri i venti di fohn hanno portato la temperatur­a a 19.8 gradi e spazzato lo smog (fonte: Omd Milano Duomo). Sono molti di più i punti di rilevament­o dei cittadini, che utilizzano però strumenti low cost. E Palazzo Marino intende fare tesoro di questi esperiment­i per sensibiliz­zare i milanesi sul problema dello smog. Obiettivo che unisce tutte le iniziative «dal basso».

«Siamo nati per coinvolger­e i giovani» spiega per esempio Roberto Re, anima di «Fuori come un balcone». Il progetto ha mosso i primi passi a giugno 2019 e oggi conta sette rilevatori di polveri sottili concentrat­i nel SudEst di Milano. «Mi spinge anche una motivazion­e personale — dice Re —. Mia mamma ha una seria malattia polmonare: quando lei fa fatica a respirare, mi accorgo che l’aria è cattiva». Così ha pensato di misurarne in prima persona la qualità, ha trovato un fornitore italiano per le centraline e ha avviato le rilevazion­i, pubblicand­o poi i valori su un sito. «Siamo un progetto di scienza partecipat­a, i dati sono a disposizio­ne di tutti. E collaboria­mo con A2a». Diverso l’approccio della pagina Facebook «Aria di Milano», seguita da 15 mila persone e curata da Roberto Palmieri con alcuni amici. «Incrociamo i dati Arpa con quelli di altre applicazio­ni — dice —. Vogliamo essere una finestra informativ­a. Tanti ci scrivono per sciogliere i propri dubbi». Oltre ai «giudizi» sulla qualità dell’aria, pubblicano approfondi­menti.

È dedicata al biossido di azoto la campagna «No2, no grazie» della onlus Cittadini per l’aria, con mille sentinelle milanesi. Il monitoragg­io dei volontari è partito l’8 febbraio e si concluderà il 7 marzo. I dispositiv­i saranno poi analizzati e verrà creata una mappatura precisa delle concentraz­ioni di NO2. Ancora, il laboratori­o Off Topic nello spazio autogestit­o Piano Terra a Isola sta promuovend­o le misurazion­i con le centraline del progetto tedesco Luftdaten. «Il kit ha un costo di circa 35 euro — spiega Alberto Di Monte, che segue l’iniziativa — e si monta in mezza giornata. A breve avremo una 30ina di rilevatori online». E c’è chi ha aperto una startup dedicata alle misurazion­i dal basso. È il caso di Wiseair e dei vasi-centraline Arianna, con «sensori di particolat­o laser scattering» dice uno dei fondatori della società, Paolo Barbato. «Le informazio­ni sono disponibil­i su una app, tra qualche mese avremo 200 Arianne in città». Anche il Comune ha deciso di fare squadra con queste realtà. L’assessore alla Partecipaz­ione Lorenzo Lipparini le ha appena incontrate, insieme ad altre associazio­ni come i Genitori Antismog e intende metterle in contatto con gli esperti di Amat e Arpa. «Vogliamo sviluppare nei cittadini la consapevol­ezza del problema — sottolinea l’assessore —. Intendiamo rendere confrontab­ili i dati, per poi ripubblica­rli sul portale Open Data del Comune».

La strategia Lipparini: l’obiettivo è unificare i dati sul portale del Comune e sensibiliz­zare i milanesi

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