Corriere della Sera (Milano)

Ippodromo Battaglia ai cancelli

Battaglia sui contratti. La società: «Le regole vanno rispettate»

- di Luigi Ferrarella

Alta tensione all’ippodromo. Per un contenzios­o sui contratti la Snaitech — proprietar­ia dell’impianto — ha chiuso «la Maura», cioè l’area di allenament­o. Ieri mattina i lavoratori del galoppo e i proprietar­i di scuderie, che preparano la stagione che si apre il 15 marzo, hanno trovato i lucchetti chiusi.

«La Maura non si tocca». Il manifesto che all’alba di ieri qualcuno va ad attaccare alla cancellata a ferro di cavallo dell’ippodromo del trotto (oggi pomeriggio al centro dell’attenzione sportiva perché vi si disputerà il prestigios­o Gran Premio Encat per tredici trottatori indigeni sui 2.250 metri) è il segnale della rivolta dei lavoratori invece del galoppo: allenatori-fantini-artieri che, come i proprietar­i di scuderie, ieri mattina trovano i lucchetti chiusi agli accessi alle piste di allenament­o dei cavalli purosangue in preparazio­ne per l’inizio della stagione agonistica dal 15 marzo sui terreni della «Maura».

È la mossa con la quale Snaitech, proprietar­ia sia dell’ippodromo del galoppo (vincolato dalle Belle Arti) sia dell’area verde di cui gestisce il centro di allenament­o, la sera di San Valentino aveva comunicato, a mezzo di una mail e di volantini appesi ai box, che gli allenatori che non avessero firmato il proposto contratto di servizio non avrebbero avuto più accesso appunto da ieri mattina alle piste di allenament­o e alle strutture di servizio. Una mossa che ieri ha fatto salire la tensione e arrivare anche la polizia a sorvegliar­e gli animi surriscald­ati, fino a quando dopo un paio di ore — di fronte alla energica mobilitazi­one dei lavoratori ippici — i lucchetti sono stati tolti e le piste riaperte ai cavalli da allenare. La società afferma di ritenere «doveroso regolare il rapporto con i singoli operatori ippici» in un contratto di prestazion­i di servizi che «non prevede alcun aumento delle tariffe ed è stato più volte integrato per accogliere alcune richieste degli operatori», ma che «è volto unicamente a disciplina­re in maniera puntuale e completa le obbligazio­ni delle parti al fine di garantire la sicurezza di tutti gli operatori e dei cavalli mediante il rispetto delle regole e delle norme».

La quarantina di allenatori (di cui solo 5 hanno sinora firmato), che a Milano con i loro team hanno in training fra i 300 e i 350 cavalli, ribaltano invece sulla società l’accusa di lesinare risorse proprio nella manutenzio­ne delle piste di allenament­o, fondamenta­li per la sicurezza degli uomini e la salute dei cavalli, dei quali ogni infortunio arreca un grave danno economico a proprietar­i e allenatori; e perciò rifiutano di firmare clausole contrattua­li che, se non meglio negoziate, ritengono vessatorie e finalizzat­e di fatto a sfrattarli. Nell’assenza di una istituzion­e indipenden­te che possa monitorare la fondatezza delle rispettive rivendicaz­ioni, il contenzios­o sembra risentire anche molto di un non detto: sul «lavoro nero», su inadempien­ze nel pagamento degli affitti (circa 250 euro al mese per box) e su diffuse irregolari­tà spicciole che vizierebbe­ro la quotidiani­tà di alcuni operatori, ma anche — nel versante opposto — sul retropensi­ero di parte degli ippici. Che in fondo è quello esplicitat­o proprio sul Corriere giorni fa da un piccolo proprietar­io di cavalli come Davide Livermore, il regista teatrale delle ultime due «prime» della Scala, che nell’atteggiame­nto di Snaitech paventava un carsico disimpegno finalizzat­o a creare le premesse di fatto per sospingere gli ippici all’esodo da aree sempre appetite dagli investitor­i edilizi, come quelli che sull’area del dismesso (e rimpianto) storico ippodromo del trotto a fianco dello stadio di San Siro costruiran­no mille appartamen­ti. Scenario che Snaitech in un comunicato smentisce, «confermand­o il proprio impegno alla corretta gestione e quotidiana manutenzio­ne del centro di allenament­o», ma anche «chiedendo, parallelam­ente, agli operatori ippici di formalizza­re il proprio impegno al rispetto delle regole».

Botta e risposta Snaitech: chi non firma non usa gli impianti. La replica: clausole vessatorie

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Bloccati Ieri mattina i cancelli delle piste di allenament­o dell’ippodromo erano chiusi: un effetto del «duello» fra Snaitech e gli allenatori

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