Sconti fiscali Dove pesa la trasparenza
Abbonamenti Atm, quote sportive, colf: ora la detrazione del 19 per cento funziona solo se si paga con carte o mezzi tracciabili Nel 2018 «bonus» a 4 milioni di lombardi
Dopo aver saldato la fattura del dentista, buttate via lo scontrino della carta di credito? Pagate in contanti l’abbonamento dei mezzi o il compenso della colf? È meglio se cambiate abitudine. In gioco c’è la possibilità di perdere la detrazione di queste spese dalla dichiarazione dei redditi. E anche il relativo sconto sulle imposte da pagare.
Se, per quanto riguarda l’anno d’imposta 2019 resta tutto come prima, è invece entrata in vigore il 1° gennaio scorso una vera rivoluzione. La Legge di Bilancio, a dicembre, ha introdotto una norma sulla tracciabilità delle detrazioni fiscali del 19 per cento, che ha sollevato molte proteste, tanto che, forse, grazie al decreto «Milleproroghe» la sua applicazione slitterà al 1° aprile per «salvare», così, le spese sostenute nelle prime settimane del 2020.
Ma, che slitti o meno, da quest’anno per continuare a beneficiare delle agevolazioni, occorre smettere di usare i contanti e pagare con mezzi tracciabili — bancomat o carte di credito, bonifici, carte prepagate o assegni — le spese più comuni che finiscono nel 730. Come l’abbonamento all’Atm e le fatture delle visite specialistiche in ospedali o ambulatori non convenzionati. Il via libera al pagamento in contanti e alla detrazione resta solo per l’acquisto di farmaci e altri dispositivi (dagli occhiali alle siringhe). Contanti banditi, invece, invece, per le spese scolastiche (dalle gite alla retta, dalla mensa all’affitto per gli studenti fuorisede), gli abbonamenti anra nuali sportivi dei figli minorenni, gli interessi passivi sui mutui per la prima casa e tutto il resto. Una rivoluzione che interessa una vasta platea: in Lombardia nel 2018 sono state presentate 7 milioni 212 mila dichiarazioni e 4 milioni 116 mila contribuenti hanno approfittato dello sconto fiscale per gli oneri detraibili, per un totale di 6 milioni 650 mila euro. Le spese sanitarie fanno la parte del leone: 3,5 milioni di contribuenti, per un totale di 4 milioni 195 mila euro.
Mariangela Conti, esperta del Caf Cisl Lombardia — che tratta circa 600 mila 730 ogni anno — invita a usare accortezze. «Il quadro è ancora in evoluzione, ma è probabile che si debba portare una doppia documentazione. Non basterà più consegnare la fattuintestata al contribuente, ma occorrerà anche la ricevuta del pagamento, come, ad esempio, lo scontrino della carta di credito con il nome». E questo apre a nuove questioni. «Per esempio, se moglie e marito vanno a fare due visite, ma paga uno solo, se uno è a carico dell’altro, non c’è problema. In caso opposto, fra i due quello che non può dimostrare di aver pagato la visita, perderà la detrazione». Caso frequente nei dei pagamenti delle badanti, che quasi mai è fatto dal vero beneficiario del servizio. «Meglio abbandonare da subito i contanti e utilizzare carte prepagate o strumenti come il bonifico in cui si può inserire il nome dell’ordinante».
Edoardo Ginevra, presidente dell’Associazione Italiana Dottori Commercialisti di Milano, non nasconde le perplessità: «Esiste una legge, lo Statuto del Contribuente, che prevede un tempo di sessanta giorni per gli adempimenti, nel caso di nuove disposizioni tributarie che abbiano impatto sui comportamenti fiscali dei contribuenti. Una legge che spesso viene disattesa per esigenze di cassa dello Stato, ma chi non è a conoscenza delle variazioni si trova inciso dal punto di vista fiscale più di quello che sarebbe giusto che fosse. Per questo chiediamo che lo Statuto diventi una legge costituzionale».
E, se il fisco è sempre più digitale, allora «anche al contribuente vanno consentite modalità di prova altrettanto smart, senza chiedergli, invece, una doppia documentazione come rischia di accadere adesso».