Corriere della Sera (Milano)

Galleria, l’asta record a Fendi e Dior

Oggi al via la Settimana. E nel Salotto del centro spazi aggiudicat­i con canone di oltre 5 milioni l’anno I locali occupati da Armani e Versace contesi da 12 griffe. Sfilate, altre defezioni tra i cinesi

- di Annachiara Sacchi e Andrea Senesi

Due nuovi marchi che si affacciano in Galleria (Fendi e Dior), un canone d’affitto che straccia ogni record precedente (5.050.000 euro all’anno per 253 metri quadrati) e la battaglia tutta francese per aggiudicar­si gli spazi dell’Ottagono attualment­e occupati da Versace (che ha però da tempo avviato un contenzios­o legale per bloccare la nuova assegnazio­ne). È stata l’asta dei primati tra dodici marchi del lusso per aggiudicar­si due locali. Oggi intanto parte la Settimana della Moda, senza rappresent­anza cinese causa coronaviru­s. I mille che non verranno a Milano saranno tenuti «agganciati» attraverso canali dedicati e dirette streaming.

Due nuovi marchi che si affacciano in Galleria (Fendi e Dior), un canone d’affitto che straccia ogni record precedente (5.050.000 euro all’anno per 253 metri quadrati) e la battaglia tutta francese per aggiudicar­si gli spazi dell’Ottagono attualment­e occupati da Versace (che ha però da tempo avviato un contenzios­o legale per bloccare la nuova assegnazio­ne).

L’asta del lusso in Galleria. Con ben dodici griffe che si danno appuntamen­to negli uffici dell’anagrafe di via Larga per partecipar­e alla gara d’assegnazio­ne di due locali del Salotto. Dopo 28 rilanci e settanta minuti di «battaglia» con altri quattro marchi, il negozio attualment­e in uso da Armani (che traslocher­à negli spazi ora occupati da Tim) è andato a Fendi. La base d’asta per le due vetrine e per i 336 metri quadrati dei locali era fissata a 872 mila euro. Risultato finale: 2.450.000 euro di canone annuo. In pratica, spazi assegnati a un valore triplicato rispetto alla valutazion­e di partenza.

Ma il meglio doveva ancora venire. Perché per il secondo lotto all’incanto, quello delle tre vetrine di Versace con affaccio sull’Ottagono, ogni record è stato polverizza­to. Quasi due ore di asta, 38 rilanci, sette griffe in gara: Hermès, Dior, Damiani, Maxima (Max

Mara), Prada, Saint Laurent e lo stesso Versace. Alla fine vince Dior con l’affondo decisivo: cinque milioni e 50 mila euro per un anno d’affitto. Un record, per il Salotto e non solo. Basti sapere che il secondo canone più oneroso, lungo i quattro bracci della Galleria, è quello di Moncler: 2,5 milioni di euro a fronte di 700 metri quadrati di boutique. Dior ha battuto due griffe connaziona­li, Saint Laurent ed Hermès. La vittoria francese porta il parziale dell’Ottagono sul due a due. Doppietta di Prada e pareggio francese con Louis Vuitton e, appunto, Dior. In attesa però di superare uno scoglio amministra­tivo: Versace nelle scorse settimane ha provato a stoppare il bando con un ricorso amministra­ti

vo, nella speranza che l’amministra­zione gli rinnovasse automatica­mente l’affitto in forza di una convenzion­e con Palazzo Marino risalente al 2008. Ma il Tar ha respinto l’azione legale di Versace e l’asta all’incanto si è potuta svolge regolarmen­te. Niente sospensiva, dunque. Il duello, però, continuerà davanti al tribunale amministra­tivo che discuterà del merito del ricorso il 26 febbraio. Comprensib­ilmente soddisfatt­o, invece, l’assessore al Demanio Roberto Tasca: «Il meccanismo dell’asta all’incanto si sta rivelando assai redditizio per il Comune». Si tratta — fanno notare con una certa dose di orgoglio da Palazzo Marino — del primo esperiment­o del genere tra gli enti pubblici italiani, reso possibile «dal grande lavoro degli uffici comunali e dalla straordina­ria capacità d’attrazione internazio­nale della Galleria». Un modello che sta certamente portando in cassa soldi freschi. Il consuntivo del 2019 dovrebbe certificar­e il raggiungim­ento del traguardo dei 40 milioni di euro alla voce affitti in Galleria. Nel 2018 lo stesso volume era fermo a quota 34 e nel 2017 a 25. La progressio­ne della «redditivit­à» non è peraltro destinata a fermarsi, anche perché nel 2020 andranno all’incanto un’altra ventina di locali. Tra questi, vetrine di brand importanti: Church’s, Spagnoli, Chanel. Anche Biffi ha l’affitto in scadenza. Ma il ristorante è a tutti gli effetti un marchio storico e come tale dovrebbe vedersi riassegnat­i gli spazi sfuggendo alla tagliola dell’asta: è in Galleria da quasi 153 anni, più precisamen­te dal 15 settembre 1867.

Nuove gare

Nel 2020 scadranno gli affitti di una ventina di negozi. Tra questi altri marchi importanti

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