Corriere della Sera (Milano)

Cittadini a caccia di buche nell’asfalto

Sul Web la mappa aggiornata del «terreno minato». «I marciapied­i un’emergenza»

- di Stefano Landi

Un terreno minato. Perché quello delle buche è un tema che tormenta i milanesi, a piedi, in bici, in moto, ma anche in auto: 90 feriti gravi nell’ultimo triennio. Aumentano le richieste di risarcimen­ti: nel 2018 sono state 2.037, 400 in più del 2016. Ma solo il 29 per cento viene liquidato. «Chiediamo di stanziare un fondo per gli anziani che rinunciano alla causa», dice Orietta Colacicco, che ha lanciato la pagina Facebook «Caccia alla buca» per raccoglier­e le segnalazio­ni fotografic­he dei cittadini. Per il 2020 il Comune ha stanziato 49 milioni, il doppio dell’anno precedente. Ma resta l’emergenza quotidiana, con solo due «stradini» per municipio.

Oggi è saltato il parabrezza. E il fatto che sia considerat­a una buona notizia spiega bene la rassegnazi­one di chi si muove su due ruote lungo le strade di Milano. Perché nonostante il mese e mezzo di grande secco (esclusa la spolverata d’acqua di ieri) e nonostante l’impegno della giunta in carica di arginare la questione, quello delle buche resta uno dei disagi più fastidiosi per chi si sposta in città. Dalla coppa dell’olio alle fratture ossee, in mezzo c’è un problema irrisolto, che a tratti sembra irrisolvib­ile.

Bisognereb­be partire dalla fine: il Comune quest’anno ha stanziato 49 milioni di euro per la manutenzio­ne di strade, sottopassi e sovrappass­i. Erano 22,4 nel 2019 e 13,2 nel 2018. Se si esclude il restyling pre Expo, per certe cifre bisogna tornare indietro ai tempi della giunta Albertini, 15 anni fa. Segno che il problema è percepito ad ogni latitudine e che la sensibilit­à sul tema è sempre maggiore. Nel bilancio dell’assessore alla Mobilità Marco Granelli figurano 13.119 interventi di riparazion­e dal 4 novembre (in primavera si procederà all’asfaltatur­a completa). Ogni giorno arrivano segnalazio­ni ed esce una squadra. Ma le riparazion­i a volte non durano, perché la toppa può essere peggio del buco. «I soldi stanziati in questo bilancio verranno usati fra un paio d’anni, stando ai tempi di bandi di gara — attacca l’assessore di Forza Italia Fabrizio De Pasquale —. Un meccanismo irrigidito da appalti, si potrebbe pensare a un global service come avviene per il verde. E poi si usano materiali di scarso livello: il grafene sarebbe molto più resistente dell’asfalto tradiziona­le». Per contratto, le buche che possono causare pericolo per l’incolumità delle persone andrebbero riparate entro 90 minuti dalla segnalazio­ne. Quelle meno pericolose entro 36 ore. Questo spesso non avviene, anche perché quelli che una volta si chiamavano «stradini», oggi eletti al ruolo «street manager» sono 18, due per ogni municipio. Pochi, soprattutt­o nei casi di emergenze, dovendo coprire una rete di oltre 4 mila chilometri, tra strade e marciapied­i. Ultimament­e una serie di inciampi burocratic­i per esempio ha creato gravi disagi alle strade dei municipi 6, 7 e 8.

L’ultimo slalom di ieri tra Darsena, corso Magenta, via Carducci, via Foppa, Visconti di Modrone, corso Colombo, viale Papiniano. Ma motociclis­ti, ciclisti e pedoni sanno che il catalogo si aggiorna ogni giorno. Oltre alla convivenza con l’altro problema, quello del pavé. Che a Milano non è un tema nuovo, dato che ogni sindaco, di solito nella prima fase del suo mandato, promette di rimuoverlo per destinarlo alle zone pedodi nali della città. L’ultimo bollettino di guerra, stilato da Istat e Aci, si riferisce allo scorso triennio. Dei 725 incidenti stradali che hanno causato lesioni gravi in Italia, 84 sono avvenuti a Milano, con 90 feriti coinvolti. Un ulteriore riflession­e nasce dal dato che riguarda le richieste di risarcimen­ti: nel 2018 sono stati 2037, 400 in più del 2016. Ma solo il 29 per cento (contro il 42% del 2016) di questi hanno portato alla liquidazio­ne di un danno. «Questo significa che c’è una categoria che più di tutti è vittima del problema buche e sono gli anziani. Basta farsi un giro ai pronti soccorsi, dove ormai i casi non si contano più. La metà degli infortuni derivano da quelle su strisce pedonali o sui marciapied­i», spiega Orietta Colacicco, che guida il «comitato degli arrabbiati». Su Facebook ha lanciato la pagina «Caccia alla buca», dove ogni giorno piovono segnalazio­ni a suon di foto. «Davanti ai costi di un’azione legale, molti anziani si arrendono. Chiediamo che almeno un milione di quelli stanziati sia messo in un fondo per coprire le spese mediche di anziani infortunat­i in strada. L’alternativ­a a cui lavoriamo è una polizza del pedone, specifica per gli over 65, cosa che molte campagne assicurati­ve possono fare», conclude Colacicco.

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Pericolo Un tratto d’asfalto martoriato
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Una grossa buca in via Solari, trappola insidiosa per motociclet­te, scooter e biciclette
2 1 Le voragini ai margini dei binari del tram, lungo corso Magenta come in molti altri punti della città 2 Asfalto rovinato e tasselli che si alzano: sulla Ripa di Porta Ticinese sono numerosi i tratti sconnessi su cui è necessario intervenir­e Una grossa buca in via Solari, trappola insidiosa per motociclet­te, scooter e biciclette
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