«Host in nero? Controlli flop La trasparenza aiuta tutti»
«Lo sviluppo degli affitti brevi ha due grandi meriti. Da una parte risponde a bisogni che gli alberghi, meno flessibili e accoglienti, non riescono a soddisfare. Dall’altra rivitalizza alcuni quartieri meno centrali. Eppure, le regole ancora non sono rispettate da tutti. Occorre urgentemente arginare il fenomeno degli host in nero». Così Omar Lonati, 49 anni, contrabbassista del Teatro alla Scala e host Airbnb in via Meda, cerca di essere obiettivo.
Il fenomeno degli affitti brevi contribuisce a far salire i prezzi degli affitti agli studenti?
«Assolutamente sì. Gli studenti trovano prezzi altissimi per soluzioni molto spesso indecenti». Possiamo permetterci a Milano questa quantità di alloggi affittati sui portali tipo Airbnb?
«È la legge della domanda e dell’offerta: Milano è una città richiestissima e quasi nessun alloggio resta vuoto. Siamo sicuri che il problema siano gli affitti brevi e non interi palazzi anche nel centro storico, che restano vuoti?».
I prezzi «dopati» da Airbnb disincentivano l’arrivo dei ragazzi da altre città o dall’estero?
«Non direi. I ragazzi arrivano comunque, e occupano alloggi in nero pur di restare a Milano».
Di quali regole avrebbe bisogno il mercato?
«Disincentivare chi fa b&b in nero. Ora chiunque abbia voglia, fa due foto della casa e le mette senza fare fatica sui portali. Non c’è sufficiente controllo. E questo va a danno di chi rispetta gli obblighi burocratici e dichiara tutto pagando fior di tasse».