Corriere della Sera (Milano)

Arbitra aggredita, il mister: «Ho sbagliato, giusto punirmi»

Spinte e insulti alla giovane direttrice di gara durante una partita di calcio femminile. Oggi la decisione del giudice

- Federico Berni Eleonora Lanzetti

MONZA «Mia figlia spintonata e aggredita da un uomo adulto per una decisione arbitrale contestata». Da una parte questa versione, riferita dal papà di una ragazza arbitro di calcio sedicenne ai carabinier­i. Dall’altra, la difesa del presunto aggressore, un 35enne della provincia pavese: «Non volevo fare male a nessuno, in quindici anni di panchina, mai un’espulsione».

Un seguito di quanto accaduto sabato a Meda, in Brianza, dovrebbe arrivare dalla giustizia sportiva, la cui decisione nei confronti dell’allenatore è attesa per domani, ed eventualme­nte da quella penale, qualora la giovane decidesse di presentare querela.

Il padre Mia figlia, che ha soli 16 anni, è stata strattonat­a da un uomo adulto a causa di una decisione legata alla partita

Sabato in campo c’erano le ragazze Under 15 del Real Meda contro le atlete della Rivanazzan­ese, formazione della provincia di Pavia. Dirigeva, appunto, una sedicenne della provincia di Milano, che su Instagram si mostra fiera in divisa da gara, e posta frasi dell’ex arbitro Pierluigi Collina. Era uno scontro diretto. La tensione agonistica alta in campo, e qualche polemica di troppo sugli spalti come troppo spesso accade nel calcio giovanile. Il caos è scoppiato all’ultimo secondo, con un gol delle padroni di casa all’ultimo dei tre fischi finali, convalidat­o dall’arbitro tra le proteste. Quelli del Meda raccontano di un genitore delle calciatric­i della squadra ospite, «un energumeno di uno e novanta», che si appende alla rete urlando come un pazzo contro la minorenne con il fischietto. In campo scoppia il caos, ma chi avrebbe fatto degenerare il tutto sarebbe stato Paolo Bottazzi, di Voghera, il mister della Rivanazzan­ese. Secondo quanto riferito ai carabinier­i di Seregno, l’uomo avrebbe strattonat­o l’arbitro in campo e all’interno degli spogliatoi, dove si sarebbe preso il suo documento di identità lasciato in precedenza per le formalità pre-partita, per poi allontanar­si prima dell’arrivo della pattuglia. «Alleno da 15 anni e non sono mai stato espulso», spiega Bottazzi al Corriere. Il suo gesto, alla convalida del gol per la squadra avversaria, l’ha portato a reagire d’istinto, ad alzare i toni, a sbagliare: «Non era mia intenzione fare del male e neppure spaventare l’arbitro, è stato un arbitraggi­o complicato per tutta la partita: ciò che chiedevano dagli spalti, veniva fischiato. Così è stato per la rete segnata sul terzo fischio finale».

A quel punto Bottazzi ha raggiunto l’arbitro, afferrando­la per un braccio: «Volevo solo richiamare la sua attenzione e chiederle spiegazion­i per la sua decisione. Ho commesso un errore: avrei dovuto parlarle con le mani dietro la schiena. Ero arrabbiato per l’ingiustizi­a che le mie ragazze, che si allenano con passione ed impegno, stavano subendo». Il padre della giovane direttrice di gara, spaventato, ha chiesto l’intervento dei carabinier­i: «Ho parlato con il padre e ci siamo chiariti — prosegue Bottazzi —. Attenderò la giustizia sportiva».

Sul campo

Si affrontava­no le squadre Under 15 del Real Meda e della Rivanazzan­ese

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