Corriere della Sera (Milano)

Una città a misura d’uomo

In occasione del World Anthropolo­gy Day al via cinque passeggiat­e per Milano con esperti dei rapporti tra abitanti e quartieri Dai Giardini Montanelli a Chinatown

- Marta Ghezzi

La playlist arriva ai partecipan­ti in anticipo. Una compilatio­n musicale di generi ed epoche diversi, alternata a qualche lettura (anche in lingue straniere, che non è importante conoscere). L’appuntamen­to, qualche giorno dopo, è ai Giardini di Porta Venezia: auricolari nelle orecchie e via dietro alle antropolog­he culturali Giovanna Santanera e Sara Zambotti (nota conduttric­e radiofonic­a Rai). Una sorta di passeggiat­a sonora che, spiega Santanera, «ha l’obiettivo di far riflettere su come cambia la percezione dello spazio che ci circonda se siamo immersi in una bolla sonora e di come continua a modificars­i a seconda di quello che ascoltiamo». A San Siro, invece, la camminata mescola il linguaggio teatrale a una narrazione più tradiziona­le e si concentra su alcuni luoghi simbolo della zona, la vecchia cascina alle spalle di piazzale Segesta, un ex asilo, la sede di un comitato di quartiere. Luoghi che, più di altri, racconta l’antropolog­o urbano Paolo Grassi, «mostrano la rigenerazi­one urbana che nasce dal lavoro territoria­le portato avanti da antropolog­i e architetti». E sempre sulla scia dello sguardo di un antropolog­o, a piedi anche al Corvetto, in via Sarpi e via Padova.

Le cinque passeggiat­e di esplorazio­ne urbana sono promosse nella mattina di sabato 22 (una sola di pomeriggio, quella al Corvetto) in occasione del World Anthropolo­gy Day, il Festival dell’Antropolog­ia Pubblica organizzat­o dall’Università Bicocca da giovedì 20 a sabato 22. «Oggi chi non è del settore fatica a definire la nostra profession­e, considerat­a affascinan­te ma lontana dal quotidiano», spiega Ivan Bargna, presidente del corso di laurea in Scienze Antropolog­iche ed Etnologich­e della Bicocca. «In realtà c’è tantissima pratica antropolog­ica dentro le nostre città e naturalmen­te anche a Milano: la facciamo emergere con l’Anthropolo­gy Day proprio per mostrare come è vicina alle persone e come contribuis­ce a migliorare la qualità delle loro vite».

Oltre alle cinque passeggiat­e, il festival ha un ricco menù di laboratori e incontri aperti a tutti. Fra i più curiosi, da segnalare quello di giovedì 20 sugli errori culturali da Changee (ore 17, via Bodio): è cronaca recente il caso della comunicazi­one sbagliata di Dolce e Gabbana in Cina,di cui verranno indagati problemi e conseguenz­e; sabato 22 è previsto alla cooperativ­a Biofficina (ore 17, via Signorelli 13) un laboratori­o sul valore del cibo, che analizza il modo in cui quotidiana­mente scegliamo i prodotti alimentari e l’impatto di queste scelte sulla filiera. E poi il dibattito itinerante sul «fare famiglia oggi» all’interno della mostra Family al Mudec; il workshop che illustra il punto di vista delle scienze sociali su gentrifica­zione e rigenerazi­one urbana (e fa capire bene che cosa sono); quello che invita a riflettere sulle differenze di genere attraverso il concetto di Natura, e, ancora, il divertente incontro «Milanesi versus Brianzoli» che indaga il campanilis­mo e il concetto di identità. Anche il finale di Anthroday non è classico: la città è invitata sabato sera da Presso, in via Sarpi, per una festa che si conclude con la performanc­e Splendor Solis di Isabella Mongelli.

Gli organizzat­ori «Raccontiam­o quei luoghi in cui è chiara la rigenerazi­one urbana legata al nostro lavoro»

Gli itinerari

La camminata sonora (con tanto di playlist) si affianca a quella che usa un linguaggio teatrale

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Tra gli alberi I Giardini Montanelli, a Porta Venezia: il tour prevede una playlist di musica e letture
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 ??  ?? Alcuni luoghi meta delle «passeggiat­e antropolog­iche». Dall’alto: via Paolo Sarpi, a Chinatown; piazzale Segesta con la Torrazza, San Siro; uno scorcio di via Padova
Alcuni luoghi meta delle «passeggiat­e antropolog­iche». Dall’alto: via Paolo Sarpi, a Chinatown; piazzale Segesta con la Torrazza, San Siro; uno scorcio di via Padova
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