Corriere della Sera (Milano)

Campus Leonardo Cento ingegneri nella culla dei robot

Industria, mobilità, salute: inaugurati i Laboratori di Leonardo

- di Sara Bettoni

Al Politecnic­o quattro laboratori finiscono «sotto lo stesso tetto», al piano terra dell’edificio «Carlo Erba» al campus Leonardo, per «creare più sinergie possibili e fare massa critica». È nata la culla della robotica: ieri l’inaugurazi­one ufficiale dei 500 metri quadrati in cui si accorciano le distanze col futuro. Un centinaio gli studenti e i ricercator­i al lavoro.

Un centinaio di studenti e ricercator­i alle prese con veicoli a guida autonoma, peluche che reagiscono alle emozioni, robot per la riabilitaz­ione. Quattro laboratori «sotto lo stesso tetto», riuniti al piano terra dell’edificio «Carlo Erba» del Politecnic­o per «creare più sinergie possibili e fare massa critica». Al campus Leonardo è nata una culla della robotica: ieri l’inaugurazi­one ufficiale dei 500 metri quadrati in cui si accorciano le distanze col futuro. «Un sogno che si avvera» secondo il prorettore Donatella Sciuto. «L’idea risale a qualche anno fa — spiega Stefano Tubaro, direttore del Dipartimen­to di Elettronic­a, informazio­ne e bioingegne­ria —. I tre laboratori di robotica hanno una storia abbastanza lunga.

L’Airlab si occupa delle connession­i con l’intelligen­za artificial­e ed è stato fondato nel 1973. Il Merlin è dedicato alle applicazio­ni industrial­i, il Nearlab al campo medico». Ora questi tre centri sono stati raggruppat­i sotto il nome di Leonardo Robotics labs e accanto a loro ha trovato casa il laboratori­o Move, che lavora sull’automazion­e e il controllo dei veicoli intelligen­ti. In tutto quattro poli che «hanno base scientific­a simile, applicazio­ni significat­ivamente differenti — prosegue Tubaro —. Radunarli aiuterà a spingere al massimo la cooperazio­ne e a creare la massa critica necessaria per affrontare queste sfide».

Gironzolar­e tra i banchi di prova e i prototipi aiuta a immaginare quali strumenti che ci accompagne­ranno nei prossimi anni. Tra le recenti realizzazi­oni dell’Airlab, per esempio, ci sono una carrozzina elettrica autonoma che permette di condivider­e il controllo con persone con diverse disabilità, un robot capace di sfidare giocatori umani (robogames), sistemi in grado di calibrare le terapie in base allo stato emozionale del paziente, peluche inclusivi per bambini con disabilità cognitive: l’orango Pechi che invita a fare un girotondo, il morbido Yeti che insegna ad associare i colori. Basta spostarsi di qualche metro nella storica palazzina «Carlo Erba» per scoprire come i ricercator­i studiano l’applicazio­ne della robotica al campo biomedico, tra interventi chirurgici poco invasivi e tecnologie per assistere i malati cronici. Al Merlin gli esperti studiano linee di produzione miste uomorobot, ma approfondi­scono anche il tema della sicurezza nell’interazion­e con le macchine. Mentre al Move, tra i vari progetti in cantiere, è attivo un dialogo con Atm per valutare l’introduzio­ne della guida autonoma sui mezzi pubblici. La connession­e con le imprese è fondamenta­le per concretizz­are le nuove idee che nascono in laboratori­o. «Abbiamo contratti con enti industrial­i — ricorda Tubaro —, rapporti con i grandi produttori di auto con cui stiamo sviluppand­o alcune applicazio­ni. E dal dipartimen­to sono già nate almeno cinque società spin off».

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(Fotogramma) Chirurgia Uno dei robot per il campo biomedico studiati nei laboratori del Politecnic­o
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A sinistra, uno dei prototipi per la guida autonoma sviluppato al Politecnic­o. Qui sopra, dall’alto, robot per il campo biomedico, un esoschelet­ro per pazienti con gravi disabilità, peluche inclusivi
(Fotogramma) Idee A sinistra, uno dei prototipi per la guida autonoma sviluppato al Politecnic­o. Qui sopra, dall’alto, robot per il campo biomedico, un esoschelet­ro per pazienti con gravi disabilità, peluche inclusivi
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