Ispettore Mm denunciato per estorsione L’azienda apre il processo disciplinare
Il dipendente ha la residenza dalla suocera deceduta e abita in piazzale Dateo. Sms al collega: ti gonfio
«Occhio che prendo un compressore ad aria e ti rigonfio...». La frase si chiude con un’immagine volgare. Arriva sul telefonino di un dipendente della security di Metropolitana milanese lo scorso 24 ottobre. La manda un suo collega, dello stesso settore, dunque un altro ispettore (che avrebbe il compito di garantire la legalità nelle 29 mila case popolari del Comune). È lo stesso ispettore che ha sempre mantenuto la sua residenza nella casa popolare intestata alla suocera, anche dopo che la signora è deceduta, e che invece (secondo le molte testimonianze raccolte dal Corriere) viveva con la sua famiglia in un’altra casa popolare «nobile», al 5 di piazzale Dateo. Tornando al 24 ottobre, quel giorno in Mm sono in corso le elezioni dei rappresentanti sindacali. L’ispettore pretende il voto dal suo collega, che ha avuto un ripensamento e vorrebbe invece votare qualcun altro. Le pressioni sono pesanti, o quanto meno così le percepisce la «vittima»: che il 21 gennaio, assistito dal suo legale, ha depositato in Procura una denuncia per estorsione e minaccia. L’ispettore denunciato, il 24 ottobre, ha ottenuto il voto che voleva e alla fine è stato eletto. Ora, oltre la denuncia a Palazzo di giustizia, dovrà difendersi anche di fronte all’azienda, che ha aperto un procedimento disciplinare a suo carico.
La vicenda si riallaccia all’inchiesta del Corriere che il 22 gennaio scorso ha svelato alcune assegnazioni di alloggi popolari di lusso ad amici e parenti, si tratta di cinque casi su un patrimonio di quasi 29 mila appartamenti, ma significativi perché raccontano di alcuni privilegi che possono insinuarsi in una struttura complessa e nelle pieghe di una mastodontica mole di pratiche e documenti gestiti all’interno delle sedi territoriali di Mm. Su tutti cinque i casi (compresi quelli del vigile che ha una casa «per guardiania» in uno stabile di via Zecca Vecchia proprio di fronte a una caserma dei carabinieri, o della custode di Mm che accetta di vivere in via Bergamini, vicino alla Statale, dopo aver rifiutato un alloggio altrettanto prestigioso in corso Garibaldi) l’azienda ha rivendicato in una commissione comunale la sostanziale regolarità di tutte le pratiche.
Sul caso di piazzale Dateo, il Corriere si è concentrato sull’opportunità del comportamento di un ispettore che, nonostante il suo ruolo, indicava la residenza in un’altra casa popolare rispetto a quella nella quale viveva con la famiglia (sua moglie è un’attivista politica legata alle giunte di centrosinistra e ai comitati inquilini), e che conservava la residenza nell’alloggio della suocera anche dopo il decesso della signora. Secondo Mm, dato che esiste «una separazione consensuale» tra marito e moglie del 2008, «la composizione del nucleo familiare in piazzale Dateo risulta coerente con lo stato civile dei coniugi». Dunque per l’azienda la condotta di quell’ispettore non poneva alcun problema: è scattato però un procedimento disciplinare a seguito della denuncia in Procura.
La vicenda è stata segnalata e confermata al Corriere da più fonti all’interno dei sindacati di Mm, preoccupati dal fatto che la presunta estorsione e le presunta minaccia siano avvenute proprio nelle procedure per la scelta dei rappresentanti dei lavoratori. L’ispettore pretendeva di accompagnare il suo collega al «seggio» per avere la certezza di ottenere il voto: «Tu vai con me», diceva nei messaggi, «non con ... ma con me».