Pagine d’organo tra Bach e John Cage
Solitamente l’organo è lo strumento dell’antico, delle tradizioni inveterate e rigorosamente rispettate. E i recital organistici confermano questa immagine, incentrandosi per lo più su Bach, risalendo al suo predecessore Buxtehude, talvolta concedendosi sortite nel romanticismo con Mendelssohn e Brahms, più raramente arrivando ad autori del Novecento. Insolita risulta dunque la proposta di Paolo Crivellaro, pianista (è stato allievo di Rattalino) e organista di caratura internazionale, applaudito alla Philharmonie di Berlino, la città dove insegna, a San Pietroburgo, Seoul, Tokyo, ora in sale da concerto ora nelle cattedrali, come quelle di Vienna, Madrid e Cracovia. Stasera, nella chiesa di San Carlino (p.zza Fra’ Bellintani 1, ore 21, ingr. libero),
Crivellaro impagina sotto il titolo di «Epikalýpseis» un programma che dall’immancabile Bach (rivisitato da Liszt con l’Introduzione e Fuga dalla Cantata «Ich hatte viel Bekümmernis») e da Max Reger (anche lui proposto in una trascrizione: il Praeludium op. 65 è presentato nella versione approntata da Straube), si spinge fino alla musica elettronica. Ci sono Philip Glass con «Satyagraha & Speech on God» composto sulle parole di Mahatma Gandhi, la «Critical Mass» di Mobberley con fix media, il «Souvenir & Imaginary Landscape» di Cage.