Corriere della Sera (Milano)

Affitti, contratti lampo e prezzi da record

Sala: emergenza per i giovani

- di Maurizio Giannattas­io alle pagine 2 e 3 Lio

«La metà delle lettere che mi arrivano dai ragazzi riguarda la difficoltà di trovare un appartamen­to». Il sindaco Giuseppe Sala scatta la fotografia del fronte che si è aperto in città tra affitti lunghi e affitti brevi. Sala però frena sulla possibilit­à di intervenir­e sulla libertà del mercato: «Non esiste lontanamen­te l’idea di imporre qualcosa rispetto a regole che governano il libero mercato, ma trovare delle formule anche collaborat­ive perché questo è un tema molto importante oggi a Milano». In stand by la richiesta di un tetto annuo dei pernottame­nti su Airbnb.

«La metà delle lettere che mi arrivano dai ragazzi riguarda la difficoltà di trovare un appartamen­to». Il sindaco Beppe Sala scatta la fotografia del fronte che si è aperto in città. La penuria e la scarsità di alloggi in affitto a prezzi abbordabil­i a favore degli affitti brevi di Airbnb e piattaform­e simili che garantisco­no pagamenti anticipati e la certezza che l’ospite lasci la casa. Il sindaco però frena sulla possibilit­à di intervenir­e sulla libertà del mercato: «Non esiste lontanamen­te l’idea di imporre qualcosa rispetto a regole che governano il libero mercato, ma trovare delle formule anche collaborat­ive perché questo è un tema molto importante oggi a Milano». Come dire: anche la proposta di mettere un tetto al numero di pernottame­nti annui lanciata dall’assessore al Turismo, Roberta Guaineri insieme ai colleghi di Roma, Venezia, Firenze e Napoli è per il momento in stand by anche se proprio in questi giorni gli assessori delle cinque città stanno limando la lettera di proposte da inviare al ministro Dario Franceschi­ni che sta lavorando alla regolament­azione di Airbnb. Il tetto? «Non abbiamo una ricetta predefinit­a — dice il sindaco — quello che so è che la maggior parte dei miei colleghi delle grandi città europee si stanno ponendo il problema. Un tema c’è per cui, nel rispetto delle regole e del libero mercato, la politica deve cercare di trovare delle formule per dare degli indirizzi». Quindi ben venga il dibattito perché «oggi abbiamo un tema a Milano di mancanza di appartamen­ti in cui noi stiamo facendo delle cose, che però daranno risultati nel lungo periodo, quindi bisogna riflettere un po’ sul punto».

A fornire la fotografia reale della situazione degli affitti è l’ufficio studi del gruppo Tecnocasa. Ha messo a confronto tre città: Milano, Roma e Napoli. Il primo dato che balza agli occhi riguarda l’aumento del canone d’affitto. Il primato va a Milano sia per quanto riguarda i monolocali, sia per quanto riguarda bilocali e trilocali. Nel primo semestre del 2019 il monolocale fa un balzo del 6,1 per cento rispetto all’anno precedente, segue il trilocale con il 5,3 e infine il bilocale con il 4,2. A Roma e Napoli l’aumento è stato molto più contenuto. Secondo dato significat­ivo: il contratto che a Milano va per la maggiore è quello libero, raggiunge l’84,1 per cento, mentre a Roma il primato spetta al canone concordato con il 63,1 per cento. Altra differenza: il motivo prepondera­nte per cui si affitta casa a Milano è il lavoro, il 51,4 per cento. Mentre sia per Roma sia per Napoli prevale la scelta abitativa, 70,1 nella Capitale, 83 a Napoli. L’appartamen­to più ricercato è il bilocale, questo in tutte e

Il mercato

Non esiste l’idea di imporre qualcosa, ma trovare formule anche collaborat­ive perché il tema è molto importante

In Europa

Non abbiamo ricette predefinit­e ma tutti i sindaci delle principali metropoli si stanno ponendo il problema

tre le città. Ma a fronte di questa mole di cifre che vanno nella direzione indicata dal sindaco, ce n’è un’altra che può essere letta in maniera diversa. Riguarda i tempi di locazione, ossia quanti giorni ci vogliono per affittare un appartamen­to. A Milano i tempi sono decisament­e brevi, 29 giorni contro i 43 di Napoli e i 49 di Roma. Può significar­e due cose. Primo: il mercato degli affitti lunghi non è così asfittico come viene sostenuto da più parti. Secondo: che i ragazzi citati da Sala, ossia i tanti studenti che scelgono Milano come sede universita­ria, sono completame­nte tagliati fuori da questo tipo di mercato a causa dei prezzi troppo alti. Ci vengono in aiuto altri dati sempre forniti da Tecnocasa. Riguardano i costi degli affitti nelle varie zone della città. Prendiamo come esempio il bilocale. Si va dai 1.250 euro di Montenero ai 350 di Ponte Lambro. Il canone balla tra questi due estremi: 900 euro per De Angeli, Gambara, Bande Nere, 700 per Forze Armate, 800 per Lorenteggi­o, Frattini, 900 per Sant’Agostino, Parco Solari, 650 per Siena, Bande Nere, Primaticci­o, Forze Armate, 1000 per Domodossol­a, 900 per Farini, 1.200 per l’Isola, 1.100 per Navigli e Darsena, 750 per Lambrate, 1200 per

Cadore, 700 per Padova, Cimiano, 750 per Testi, Ca’ Granda, 1.000 per via Crema, Porta Romana. Anche nel caso di questo lungo elenco manca una bussola che indirizzi verso un’interpreta­zione certa: i canoni sono differenzi­ati e in alcuni casi sembrano abbordabil­i ma quando si va su qualsiasi sito di vendita e affitto di appartamen­ti si nota spesso una differenza di prezzo a sfavore del possibile inquilino. Altra domanda. Quanti sono gli alloggi in affitto in città? Se si prende il sito di Immobiliar­e.it, gli appartamen­ti da affittare a Milano e provincia sono in tutto 4.452 che si scontrano con i numeri degli affitti brevi di Airbnb, circa 21mila, 15mila alloggi e 6mila stanze. «Noi stiamo lavorando su questi numeri insieme a università e sindacati — conclude l’assessore Pierfrance­sco Maran — C’è un documento su cui sto ancora lavorando perché diventi una vera proposta politica».

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